Tre regioni verso la zona gialla. La Lombardia resta arancione. Upgrade per Veneto, Emilia e Calabria. Ancora in bilico Lazio e Piemonte

Tre regioni verso la zona gialla. La Lombardia resta arancione. Upgrade per Veneto, Emilia e Calabria. Ancora in bilico Lazio e Piemonte

Caro le è costato lo scherzetto sui dati. La regione Lombardia non solo è stata una settimana per errore nella red zone a causa dell’errata comunicazione dei dati sui contagi. Ma non farà neanche lo scatto verso la zona gialla. Infatti, a causa del provvedimento del ministro della Salute, Roberto Speranza, del 22 gennaio cioè subito dopo la zona rossa, che ha la durata di due settimane, il passaggio nella tanto desiderata fascia gialla non potrà avvenire prima del 5 febbraio. Rischiano di rimanere arancioni anche Lazio e Piemonte. Le regioni che potrebbero passare in giallo sono invece Veneto, Emilia-Romagna e Calabria. A quanto risulta, saranno queste le novità dopo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore della Sanità (Iss) di oggi e l’ordinanza del ministro Speranza.

Le ultime ordinanze sono state firmate il 17 gennaio 2021 e hanno fatto entrare in fascia arancione Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta e in area rossa le Regioni Lombardia, Sicilia e la Provincia Autonoma di Bolzano. Il 23 gennaio è stata invece fatta la correzione per la Lombardia che è passata da rosso ad arancione per una lettura errata dei dati. La fascia arancione scadrà dunque il 7 febbraio quando entrerà in vigore la nuova ordinanza e – se i dati saranno migliorati – si tornerà in giallo.

Per passare alla fascia inferiore si deve stare per 14 giorni in un livello di rischio basso e dunque soltanto il monitoraggio che sarà esaminato in queste ore fornirà il verdetto definitivo, ma l’andamento dei dati non sembra ancora favorevole per Lazio e Piemonte. Rimane a rischio anche la Puglia. Ma la Lombardia sembra che non abbia ancora imparato la lezione. Fatto sta che mercoledì è andato in tilt, per la seconda volta, il cosiddetto “cruscotto”, cioè la piattaforma che fornisce a sindaci e prefetti alcuni dati come il numero di positivi in ogni comune, in modo da monitorare l’andamento territoriale dell’epidemia e le quarantene dei residenti.

In provincia di Milano, a Cesano Boscone il numero di positivi è passato in poche ore da 56 a 416. A Cornaredo è schizzato a 355. Problemi simili a Segrate, San Donato ed altri Comuni. Il nuovo problema al cruscotto è stato risolto in giornata, ma è la seconda volta che si verifica. Diversi sindaci della provincia di Milano avevano già denunciato numeri sballati a partire dal 13 gennaio e nei giorni seguenti, proprio mentre il presidente della regione, Attilio Fontana (nella foto), attaccava il governo per l’assegnazione della zona rossa e preparava il suo ricorso al Tar del Lazio. Aria, la centrale acquisti della Regione che è responsabile del portale, aveva parlato di un problema in fase di risoluzione che non aveva inciso sui dati inviati a Roma, provenienti da un altro sistema informatico. Ma mercoledì di nuovo caos nei numeri.

“Il problema – ha spiegato il direttore generale di Aria, Lorenzo Gubian – sta in un flusso di dati che possiamo definire sporchi e che può creare anomalie come quella di ieri nel cruscotto”. Il sistema di raccolta dati, prosegue Gubian, è “collegato a più di ottanta sorgenti diverse dove convergono per esempio laboratori, terapie intensive, pronto soccorso, i guariti delle Ats. Se uno qualsiasi di questi attori ha un problema, anche solo sul formato del dato che ci invia, questi flussi possono causare un disservizio e quei file vanno puliti e ricaricati per garantire la completezza delle informazioni”.

Così i dati sballati di mercoledì dipendevano da “un errore di formattazione sulle date di nascita. Abbiamo interrotto il caricamento sul cruscotto, questo ha fatto sì che non tutti i record venissero processati, tagliando informazioni sui pazienti che in determinati casi sono ricomparsi fra i positivi”. Ma se da un lato i sindaci lombardi si scagliano contro il Governatore dall’altro lato Fontana non viene lasciato con il cerino in mano. A sostenerlo c’è la Lega. Come? Con i soliti modi del Carroccio. Pubblicità sui media locali, nelle province più care per ragioni elettorali, a difesa del presidente Attilio Fontana.

Il partito di Matteo Salvini ha comprato spazi pubblicitari sui quotidiani lombardi per raccontare nuovamente la ricostruzione fornita dal presidente della Lombardia sugli errori nei dati che hanno portato la regione in zona rossa per ‘sbaglio’. Le inserzioni sono comparse giovedì mattina su La Prealpina, quotidiano varesino, e La Provincia di Como. Titolo: “Lombardia e zona rossa, ecco i fatti”. Sottotitolo: “Le bugie del governo e l’errore nell’algoritmo”. Catenaccio: “Nessun errore e nessuna rettifica dei dati Covid inviati da Regione Lombardia al Ministero della Salute. Sarebbe bastato più ascolto da parte del governo per evitare ai lombardi una settimana di Zona rossa”.