Trentacinque crolli in sei mesi. La scuola italiana a pezzi. Con la pandemia la messa in sicurezza arranca. In Piemonte e Liguria gli edifici più a rischio

Con la pandemia la messa in sicurezza delle scuole arranca. In Piemonte e Liguria gli edifici più a rischio.

Trentacinque crolli in sei mesi. La scuola italiana a pezzi. Con la pandemia la messa in sicurezza arranca. In Piemonte e Liguria gli edifici più a rischio

Si dice spesso che il futuro è nelle mani dei giovani studenti ma poi puntualmente ci si dimentica della loro sicurezza. A lanciare l’allarme è Cittadinanzattiva, in occasione della Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, secondo cui “la necessità di adeguare” gli istituti “dal punto di vista della sicurezza strutturale resta un’emergenza per il nostro Paese, così come occorre continuare a tenere alta l’attenzione e l’informazione sulla prevenzione dei rischi, ben oltre la pandemia”.

Un tema delicato che dovrebbe essere in cima alla lista delle cose da fare da parte della politica ma che, incredibilmente, torna in auge solo durante le ricorrenze o, peggio, quando si verifica un disastro. Sfortunatamente quest’ultima eventualità è tutt’altro che remota tanto che nel report (qui il focus) si legge che sono “trentacinque gli episodi di crolli che si sono verificati a scuola fra settembre 2020 ed agosto 2021, circa tre al mese” e che “in due settimane, fra fine ottobre e l’11 novembre, ci sono stati altri 6 casi”.

Soltanto guardando a quest’ultimi casi si può capire la gravità della situazione in quanto: sono 29 le aule inagibili e 500 gli studenti in didattica a distanza nel Liceo Boggio Lera di Catania dove, il 10 novembre, è crollato il tetto a causa delle abbondanti piogge; lo stesso giorno un crollo è avvenuto nella palestra della scuola media Staffetti di Massa; l’Istituto comprensivo di Torre del Greco è chiuso fino al 19 novembre a causa di parziali ed improvvisi crolli di intonaco nei corridoi; il 5 novembre a Rodigo, in provincia di Mantova, è crollato il controsoffitto in un’aula della scuola primaria”. Gli ultimi due episodi, invece, sono avvenuti: “il 3 novembre in cinque delle sei classi del Plesso Don Milani di Paternò (PA) dove si sono verificati crolli nel controsoffitto a causa delle piogge; a fine ottobre nel quartiere Librino di Catania, è crollato parte del muro di sostegno che circonda il plesso scolastico Fontarossa.

NUMERI INQUIETANTI. Purtroppo i dati sullo stato degli edifici in cui si formano i giovani sono terrificanti. Stando al report più della metà degli istituti scolastici “è privo del certificato di agibilità statica (54%) e di quello di prevenzione incendi (59%); il 39% è senza collaudo statico”. Inoltre “sono 17.343, pari al 43% del totale, le scuole in zone ad elevata sismicità e 1.983 (4,9%) si trovano in una zona soggetta a vincoli idrogeologici”. Come se non bastasse, “il 18% circa è da considerarsi un istituto vetusto (con più di 50 anni) e questo dato si concentra soprattutto in Piemonte e Liguria dove ben 4 edifici su 10 sono vetusti”.

A fronte di questa situazione disastrosa, aggravata dalla pandemia che ha travolto l’Italia, la politica sembra fare ancora troppo poco. Per questo Cittadinanzattiva, l’Associazione nazionale presidi e la Protezione civile hanno lanciato un’ indagine “Sicurezza, qualità, benessere a scuola in epoca Covid 19”, rivolta ai dirigenti scolastici degli istituti di ogni ordine e grado, per fotografare lo stato della sicurezza delle scuole così come previsto dalle norme vigenti.