Accusa Putin e difende Zelensky, ennesima giravolta di Trump sull’Ucraina. Il leader Usa assicura: “Riprendiamo subito l’invio di armi a Kiev”

Trump cambia idea sull’Ucraina: prima accusa Putin di voler continuare la guerra, poi assicura che riprenderà l'invio di armi a Kiev

Accusa Putin e difende Zelensky, ennesima giravolta di Trump sull’Ucraina. Il leader Usa assicura: “Riprendiamo subito l’invio di armi a Kiev”

Sembra che gli schiaffoni diplomatici rifilati da Vladimir Putin a Donald Trump, con il primo che continua a dirsi “disposto a trovare una soluzione al conflitto ucraino” salvo poi bombardare l’Ucraina con sempre maggiore violenza, abbiano definitivamente convinto il tycoon che, se la guerra procede, è tutta colpa del leader russo. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, il presidente degli Stati Uniti avrebbe avuto una nuova telefonata con l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, affermando “la propria estraneità nella decisione di sospendere l’invio di armi” a Kiev.

Stando a quanto si legge nell’articolo, Trump – successivamente all’attacco contro Teheran che ha chiuso la guerra dei dodici giorni con Israele – avrebbe spiegato a Zelensky di aver semplicemente richiesto al Pentagono un’ispezione in merito alla scorta di armamenti statunitensi, e non una sospensione delle forniture, a suo dire decisa unilateralmente dagli alti comandi militari americani.

Difficile sapere se le cose siano andate davvero così o se si tratti di un tentativo per dribblare le forti critiche internazionali scaturite dallo stop alle forniture militari all’Ucraina, ma la certezza è che il tycoon si è impegnato a riprendere le consegne: “Invieremo altre armi, dobbiamo farlo perché (gli ucraini, ndr) devono essere in grado di difendersi”.

Accusa Putin e difende Zelensky, ennesima giravolta di Trump sull’Ucraina. Il leader Usa assicura: “Riprendiamo subito l’invio di armi a Kiev”

Del resto, ha spiegato ai giornalisti il leader USA, “stanno subendo attacchi molto pesanti, quasi un assedio totale”, per cui “è necessario fornire subito armi difensive”. Dichiarazioni che si sono subito trasformate in fatti, con il portavoce del Pentagono Sean Parnell che, alla CNN, ha confermato: “Su direttiva del presidente Trump, il Dipartimento della Difesa invierà ulteriori armi difensive all’Ucraina per garantire che possano difendersi mentre lavoriamo a una pace duratura”.

Insomma, l’ennesima giravolta dell’amministrazione americana, giustificata con “la grande delusione” provata da Trump davanti all’ostinazione di Putin nel voler continuare la guerra “sine die”, che è stata immediatamente commentata dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev. Secondo quest’ultimo, il presidente americano “è di nuovo in bilico nella sua oscillazione politica”, a cui Mosca risponderà “come abbiamo fatto finora. Come fanno i nostri soldati. Come fa il nostro comandante in capo supremo”, al fine di “raggiungere gli obiettivi dell’operazione militare speciale” in Ucraina, ovvero “riconquistare la nostra terra e impegnarci per la vittoria”.

La risposta di Mosca

Parole che non sembrano lasciare spazio alle trattative di pace ma che, al contrario, delineano l’intenzione del Cremlino di occupare e conquistare l’intera Ucraina.

A fare da contraltare a queste dichiarazioni muscolari – probabilmente nel tentativo di guadagnare altro tempo e forse di dissimulare le vere ambizioni di Mosca – ci ha pensato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, che è tornato a ribadire l’intenzione del leader russo di “trattare la fine delle ostilità”, scaricando però la responsabilità dello stallo nei negoziati sull’Ucraina: “Siamo aperti a soluzioni diplomatiche, ma la data dei nuovi colloqui diretti tra Russia e Ucraina non è ancora stata stabilita perché Mosca sta attendendo una risposta da Kiev”.

Peccato che queste aperture vengano regolarmente smentite dalle azioni sul campo, con le truppe russe che continuano ad avanzare – seppur molto lentamente – lungo tutta la linea del fronte, mentre l’aviazione martella senza pietà l’ex repubblica sovietica, causando una scia di sangue senza fine.

Proprio questa recrudescenza degli attacchi è stata duramente condannata dal Segretario generale dell’ONU, António Guterres, che si è detto “allarmato da questa pericolosa escalation e dal crescente numero di vittime civili”, ribadendo che “gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili sono vietati dal diritto internazionale e devono cessare immediatamente”. Parole che, come avviene ormai da tre anni, il Cremlino ha letteralmente ignorato.