Donald Trump ha firmato nella serata di giovedì un nuovo ordine esecutivo che ridisegna la mappa dei dazi commerciali americani, imponendo nuove tariffe a diversi Paesi e confermando quelle già stabilite in precedenza. La decisione arriva poco prima della scadenza fissata dalla Casa Bianca per l’adozione delle nuove misure, quando in Europa era già passata la mezzanotte.
Le nuove tariffe non entreranno in vigore immediatamente: l’implementazione è prevista a partire dal 7 agosto 2025, mentre quelle relative alle merci spedite via mare resteranno congelate fino al 5 ottobre 2025.
L’intesa con l’Ue regge: dazi confermati al 15%
Il dato politicamente più rilevante riguarda l’Unione europea. Nonostante i timori espressi da Bruxelles e le divisioni interne tra gli Stati membri, l’accordo stretto a luglio in Scozia tra Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha retto. Nella lista ufficiale diffusa dalla Casa Bianca, infatti, i dazi europei restano fermi al 15%, come stabilito nell’intesa bilaterale.
Stessa conferma per il Giappone e per la Gran Bretagna, rispettivamente con tariffe del 15% e del 10%. Invariati anche i dazi per India (25%) e Corea del Sud (15%).
Canada nel mirino: dazio al 35%
Il Paese più penalizzato è il Canada, colpito da un aumento dei dazi dal 25% al 35%. Secondo la Casa Bianca, la decisione è stata presa “in risposta alla continua inazione e alle ritorsioni di Ottawa”. La misura ha già innescato tensioni politiche: il premier dell’Ontario Doug Ford ha invitato il primo ministro canadese Mark Carney a non cedere alle pressioni di Washington.
Nuovo giro di vite su Svizzera, Siria e Brasile
Oltre al Canada, l’ordine esecutivo prevede un inasprimento delle tariffe contro la Svizzera, passata al 39%, e contro la Siria, che si vede imporre il dazio più alto: il 41%.
Più complessa la situazione del Brasile. Sebbene nella lista ufficiale resti al 10%, un precedente ordine firmato da Trump nel pomeriggio aveva già introdotto un ulteriore dazio del 40% su alcune categorie di merci. Una misura che la Casa Bianca ha definito una risposta politica diretta al presidente Luiz Inácio Lula da Silva, accusato di voler colpire l’ex leader Jair Bolsonaro attraverso un processo giudiziario.
Stop al “trasbordo”
Tra le novità principali, l’ordine esecutivo introduce anche un dazio del 40% su qualsiasi merce che l’agenzia statunitense U.S. Customs and Border Protection identifichi come “trasbordata”. Si tratta di un meccanismo usato da alcune aziende per aggirare le tariffe: prodotti fabbricati in un Paese – soprattutto in Cina – vengono inviati altrove, riconfezionati e reimmessi sul mercato americano come merci di origine diversa.
Una strategia di pressione globale
Con questa mossa, Trump consolida la sua strategia di pressione commerciale nei confronti degli alleati e dei rivali degli Stati Uniti, confermando però le intese raggiunte con partner chiave come l’Unione europea. L’ordine esecutivo pubblicato dalla Casa Bianca prevede inoltre che, in assenza di accordi specifici, tutte le merci importate siano soggette a una tariffa minima del 10%, con eccezioni solo per i 92 Paesi elencati in un allegato ufficiale.