Donald Trump torna ad attaccare i media americani, questa volta evocando la possibilità che alcune emittenti televisive possano perdere la licenza federale a causa di quella che definisce una copertura “sistematicamente negativa” nei suoi confronti.
Parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, il presidente ha puntato il dito contro i programmi serali delle principali reti, accusandoli di essere “un braccio del Partito Democratico” e di dedicarsi esclusivamente a criticarlo.
L’attacco ai conduttori e il riferimento alla Fcc
“Molti conduttori sono contro di me, mi fanno solo cattiva pubblicità, cattiva stampa”, ha dichiarato Trump, suggerendo che la Federal Communications Commission (Fcc) dovrebbe intervenire. “Voglio dire, ottengono una licenza. Direi che forse la loro licenza dovrebbe essere revocata. Spetterà a Brendan Carr”, ha aggiunto, elogiando il presidente della Fcc come “un patriota che ama il Paese ed è un duro”.
Secondo Trump, i talk show serali non fanno altro che “colpire Trump”, una linea editoriale che a suo avviso violerebbe lo spirito delle regole sulle licenze federali.
Il caso “Jimmy Kimmel Live!”
Le dichiarazioni arrivano all’indomani della sospensione del programma “Jimmy Kimmel Live!” da parte dell’Abc. La rete ha deciso di interrompere lo show a tempo indeterminato dopo i commenti del conduttore sull’assassinio dell’attivista conservatore Charlie Kirk.
Trump ha accolto con favore la decisione, commentando su Truth Social: “Congratulazioni all’Abc per aver finalmente trovato il coraggio di fare ciò che andava fatto”.
Un nuovo fronte con i media
Il rapporto conflittuale tra Trump e la stampa non è una novità, ma questa volta il presidente spinge oltre, ipotizzando una misura senza precedenti: la revoca delle licenze televisive per motivi legati alla linea editoriale. Un’ipotesi che solleva interrogativi sia sul piano legale, dato che le licenze sono rilasciate sulla base di criteri tecnici e non di contenuto, sia sul fronte politico, in pieno clima di campagna elettorale.
Se da un lato le parole di Trump rafforzano il consenso tra i suoi sostenitori, che da anni denunciano un presunto “pregiudizio” dei media mainstream, dall’altro rischiano di aprire un nuovo scontro istituzionale con gli organismi indipendenti incaricati di vigilare sulle telecomunicazioni.
La sfida della libertà di stampa
Il riferimento diretto alla Fcc come arbitro della vicenda potrebbe mettere pressione sull’autorità regolatoria, chiamata formalmente a garantire pluralismo e correttezza tecnica, ma non a censurare opinioni o contenuti critici nei confronti del presidente in carica.
In un Paese in cui la libertà di stampa è tutelata dal Primo Emendamento della Costituzione, le parole di Trump hanno già sollevato polemiche e alimentato il dibattito sul rapporto tra potere politico e media.
La minaccia alle emittenti tv segna così un nuovo capitolo nello scontro tra la Casa Bianca e il mondo dell’informazione, destinato a pesare sul clima politico interno e sulla campagna elettorale in corso.