Trump può davvero vincere il Nobel per la Pace? Quando arriverà il verdetto e i favoriti tra gli oltre 300 candidati

Donald Trump può davvero vincere il Nobel per la pace? Perché è difficile e quando arriverà la decisione sui 338 candidati.

Trump può davvero vincere il Nobel per la Pace? Quando arriverà il verdetto e i favoriti tra gli oltre 300 candidati

Il momento della verità sta per arrivare. Donald Trump attende impaziente l’annuncio del vincitore del Premio Nobel per la pace, atteso per venerdì mattina alle 11 a Oslo. Il presidente statunitense ha spinto affinché il via libera al piano di pace per Gaza arrivasse, da Israele e Hamas, in tempi rapidi. Prima dell’annuncio del Nobel, appunto.

Trump gode dell’appoggio anche di diversi capi di Stato e di alcuni giornali, come il New York Times. Ma può bastare? Trump può davvero vincere il Nobel per la pace? La questione è in realtà molto più complessa, per diversi motivi. L’assegnazione del Premio dipende dalla scelta di cinque membri selezionati dal Parlamento norvegese, ma indipendenti. Vediamo chi potrebbe vincere e quali sono le reali chance per Trump.

Gli oltre 300 candidati e i favoriti

I candidati sono 338 e tra loro potrebbe esserci anche Trump. La sua nomination è stata avanzata dalla deputata repubblicana Claudia Tenney a inizio anno per il lavoro del presidente Usa sugli Accordi di Abramo. Ma non è detto che Trump sia nella short-list presa in considerazione dai membri del comitato.

Tra i favoriti sembra esserci Yulia Navalnaya, vedova dell’oppositore di Putin, Alexei Navalny. Non mancano gruppi di diverso tipo, come le organizzazioni che hanno lavorato con un ruolo umanitario a Gaza o in Sudan. Uno dei nomi considerati papabili è quello di Greta Thunberg. Si parla pure del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Trump Nobel per la pace, è davvero possibile?

La strada per Trump non è di certo in discesa. Per diversi motivi. Il primo problema è che la decisione è stata già presa nella giornata di lunedì. Quindi prima del raggiungimento dell’accordo di pace per Gaza proposto da Trump. Insomma, la firma dell’intesa non cambia le carte in tavolo sul fronte del Nobel. Poi va ricordato che le candidature si sono chiuse a febbraio di quest’anno, motivo per cui le raccomandazioni a Trump arrivate, per esempio, da Netanyahu non siano valide per quest’anno ma solo dal 2026.

Trump sa che è difficile ottenere il Nobel e infatti ha già messo le mani avanti, dicendo che non se lo aspetta anche se “sarebbe un grave insulto al nostro Paese”. Neanche la narrazione dei sette conflitti risolti, più volte utilizzata dal presidente Usa, non sembra reggere. Innanzitutto perché si è spesso trattato di tregue parziali o di fatto inesistenti. Mentre il comitato va a guardare elementi ben diversi, come la durata della pace.

Ma ci sono poi altri fattori che vengono considerati: la promozione della fratellanza o altri elementi riguardanti l’approccio umanitario. Difficile pensare che il Premio vada a chi manda l’esercito nelle città o a chi taglia i fondi per gli aiuti umanitari internazionali. E chi, ancora, fomenta pure l’odio, come Trump ha fatto per esempio parlando del suo predecessore, Joe Biden, ricoperto più volte di insulti.