Trump scarica i curdi con un tweet: “Guerre ridicole senza fine”. Gli Usa ritireranno le proprie truppe dal Nord della Siria. Erdogan minaccia l’invasione

“Gli Stati Uniti avrebbero dovuto restare in Siria solo per 30 giorni, ma siamo lì da oltre tre anni. E’ l’ora di sfilarci da ridicole guerre senza fine, molte delle quali tribali. E’ il momento di riportare i nostri soldati a casa. Combatteremo solo dove avremo benefici, e lo faremo solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i curdi dovranno risolvere la situazione e capire cosa vogliono fare con i soldati dell’Isis catturati”. Il presidente degli Usa, Donald Trump, ha annunciato così, attraverso una serie di tweet, la decisione, già manifestata a dicembre dello scorso anno, di ritirare le proprie truppe in Siria al confine con la Turchia.

Poco prima, Stephanie Grisham, responsabile della comunicazione della Casa Bianca, aveva riferito di un un colloquio telefonico tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e lo stesso Trump e della chiara intenzione della Turchia di invadere la Siria settentrionale. Una mossa, che non solo preoccupa l’Europa, ma che di fatto abbandona al proprio destino i curdi, alleati con gli Stati Uniti nella guerra con l’Isis. La Casa Bianca ha confermato che le proprio truppe, circa 1.000 uomini, “non sosterranno né saranno coinvolte nell’operazione” e “non saranno più nelle immediate vicinanze”.

Per l’Ue non può esserci una soluzione militare a questo conflitto, bensì deve passare “attraverso una transizione politica, in conformità alla risoluzione Onu ed il comunicato di Ginevra nel 2014”. “L’Ue – ha riferito un portavoce – ribadisce il sostegno all’unità, la sovranità e l’integrità territoriale della Siria. La ripresa della ostilità rischia di aumentare le sofferenze della popolazioni di vanificare tutti gli sforzi politici, esortiamo i Garanti di Astana a cessare le ostilità”.

Parla di “disgustoso tradimento dei curdi e del suo giuramento da presidente” , invece, l’ex segretario di Stato americano Hillary Clinton secondo cui la decisione va letta come una chiara intenzione di Trump di schierarsi “con i leader autoritari di Turchia e Russia rispetto ai nostri leali alleati e agli interessi americani”.