Tunisia, il Califfato sparge sangue al confine con la Libia. Scontro tra jihadisti ed esercito: almeno 50 morti. Oltre a terroristi e militari uccisi anche civili

La strategia del terrore del Califfato torna a colpire in Tunisia. E alla fine della giornata il bilancio parla di almeno 50 morti in un attacco a Ben Guerdane, città al confine con la Libia. Un commando composto da una quarantina di terroristi ha colpito, in un attacco multiplo, una caserma dell’esercito e altre strutture della forze di sicurezza. L’attacco sarebbe stato respinto, senza che però i jihadisti si siano arresi. A quel punto, infatti, sono cambiati gli obiettivi del terrore; così nel mirino sono finiti pure i civili.  Pesantissimo il conteggio finale delle vittime: 38 terroristi e 18 tra civili ed esponenti delle forze di sicurezza. E anche un bambino di 12 anni.

L’INFERNO – La città di Ben Guerdane è sospesa tra legalità e illegalità. La vicinanza alla frontiera con la Libia, infatti, rende il suo porto ideale per lo smistamento di merci di contrabbando anche verso il nostro paese. C’è chi sospetta che l’attentato possa essere stato causato da una sorte di reazione dello Stato islamico, che ufficialmente non ha ancora rivendicato l’attentato, per la costruzione di una sorta di “muro di sabbia” da parte delle autorità tunisine che ostruisce i traffici illeciti.  Un muro che quindi minerebbe gli affari tra criminalità locale e uomini del Califfo. Senza dimenticare le promesse dei Paesi occidentali di voler incrementare i controlli sul territorio di confine.