Tutti i trucchi di Enel per non far scendere le bollette. Dagli oneri di sistema caricati sui concorrenti ai prestiti infragruppo. Così il gruppo resta monopolista

di Sergio Patti All’Autorithy per l’Energia fanno finta di niente. Tanto il Governo non ha nulla da dire e il Parlamento ha altro da fare. Ma se ci si chiede come mai il mercato dell’energia in Italia non è riuscito ad abbattere i prezzi come è avvenuto per esempio nella telefonia, la risposta è evidente: la concorrenza al monopolista Enel corre con una palla al piede. Quello che sulla carta si chiama libero mercato, in realtà invece conserva incredibili rendite di posizione per il gruppo elettrico controllato dallo Stato. Degli oneri di sistema in bolletta, con i gruppi privati costretti a raccogliere ingentissime somme per conto di Enel Distribuzione, è risaputo (si veda La Notizia del 27 ottobre scorso). Che il cliente finale paghi o no (e la morosità è in forte aumento per effetto della crisi) i player privati devono corrispondere una serie di tasse ad Enel Distribuzione. Se non lo facessero, la stessa società potrebbe pretendere l’escussione delle garanzie che gli stessi operatori hanno dovuto prestare solo per fare il loro lavoro e persino la risoluzione contrattuale. Per questo servizio di riscossione gli operatori elettrici privati e i traders non hanno diritto a nessun tipo di aggio mentre in caso di morosità del cliente finale sono costrette ad anticipare tutti gli oneri dovuti (circa il 30% della bolletta) facendo da banca al colosso oggi guidato da Francesco Starace. CONTI DELUDENTI Una bella rendita di posizione, non c’è che dire, nonostante la quale lo stesso Starace non è riuscito a far ripartire la società ed è stato appena costretto a ri-incorporare la ricca Enel Green Power. Ma le rendite di posizione, nel silenzio quanto meno imbarazzante dell’Autorità per il mercato elettrico, ce ne sono altre. La più macroscopica è quella di Enel Distribuzione che fa da cassa ad Enel Energia. La prima è una società solida grazie alle tariffe garantite e nel 2014 ha generato un cash flow operativo di 2,9 miliardi utilizzato per circa un miliardo in investimenti e per 1,4 miliardi in dividendi alla controllante Enel Spa. Ma di soldi alla capogruppo Enel Distribuzione ne gira anche altri. La società ha infatti un debito decennale di 3,5 miliardi al tasso del 6,3% e un altro di 2 miliardi al tasso del 5,7%. Con le banche che scoppiano di liquidità potrebbe chiuderli e pagare tassi molto più bassi. Ma questo non solo non lo fa, ma per di più si fa banca con la capogruppo depositando liquidità per 1,3 miliardi a tassi di mercato (nel 2014 hanno reso solo 559mila euro). PAGA IL CONSUMATORE Ricapitoliamo: Enel Distrubuzione con i soldi presi anche da tutti gli operatori sul mercato aiuta finanziariamente per miliardi il maggiore player del mercato stesso, Enel Energia. Così la concorrenza è fregata e far scendere il costo delle bollette quasi impossibile. E tutto questo non serve nemmeno a farla correre questa Enel Energia, che agli ultimi dati noti ha chiuso con un utile di 140 milioni a fronte di 9,6 miliardi di fatturato.