Tutti i misteri dell’Airbus precipitato in Francia. L’ipotesi agghiacciante: il copilota si è voluto schiantare

Tutti i misteri dell’Airbus precipitato sulle alpi francesi. La verità passa per le scatole nere

Il mistero del disastro dell’Airbus precipitato in Francia si infittisce e aggiunge punti da chiarire a un quadro già complesso, ma l’audio potrebbe imprimere una svolta all’inchiesta. Uno dei due piloti dell’Airbus A320 Germanwings ha lasciato la cabina prima della discesa dell’aereo, senza poi riuscire a rientrare nonostante i tentativi di aprire la porta, anche con la forza. Questa la ricostruzione degli eventi secondo una registrazione vocale recuperata dal CVR, il cockpit voice recorder nella scatola nera recuperata dopo il disastro aereo in cui sono rimaste uccise 150 persone. A ricostruire gli eventi è il New York Times attraverso una fonte, un alto funzionario militare che lavora sul caso. Intanto si procede all’estrazione di informazioni dalla scatola nera.

LE IPOTESI
Secondo la Cnn emergono due opzioni fra tutte: che il pilota rimasto all’interno sia stato colto da un malore e non sia stato più in grado di sbloccare (con l’interruttore posto sul quadro comandi) la porta (blindata su tutti i jet commerciali dopo l’11 settembre). O che – ipotesi definita “atroce” da Cnn – si sia trattato di un atto deliberato di terrorismo, una missione suicida. Ipotesi, quest’ultima, finora non esclusa dalle autorità ma ritenuta altamente improbabile.
Il giorno dopo la strage aerea sulle alpi francesi che ha causato la morte di 150 persone è continuato il lavoro delle squadre di soccorso sul massiccio dei Trois-Eveches, in Alta Provenza. Si è scoperto che la prima scatola nera contenente le registrazioni delle conversazioni all’interno della cabina di pilotaggio risulta danneggiata. Anche se rovinata, la scatola nera è comunque “utilizzabile”, ha specificato il ministro Cazeneuve aggiungendo che gli investigatori sono già al lavoro per recuperare informazioni. Il contenuto della scatola nera potrebbe servire infatti a chiarire il mistero sulla mancata comunicazione di un Sos da parte dei piloti, uno dei lati oscuri della tragedia. Successivamente è stata trovata solo la custodia della seconda scatola nera. “La stiamo cercando: ne è stata trovata la custodia, ma purtroppo non ancora il suo contenuto. Cercheremo e cercheremo ancora fino al risultato auspicato”, ha detto il presidente francese François Hollande. Inoltre la memory chip si sarebbe staccata e non è stata ritrovata. Quel che appare certo, è che “non ci sono indizi di peso per ritenere che l’incidente sia stato provocato intenzionalmente da terzi”, ha detto il ministro della Difesa Thomas De Maiziere a Berlino.

LE RICERCHE
Nonostante il buio e le precipitazioni della notte, in quota è rimasta pure una squadra specializzata nell’individuazione delle vittime dell’incidente. Mentre hanno ripreso a decollare dal campo base di Seyne-Les-Alpes gli elicotteri impegnati nelle ricerche dei passeggeri e nelle operazioni di recupero dell’Airbus. “La zona è impervia e le operazioni sono complesse”, ha spiegato un gendarme. “Stiamo portando in quota tutto il materiale necessario per effettuare le varie attività e per completarne il trasferimento saranno necessari ancora parecchi voli”. Quel che è certo è che nella zona ci sono molti lupi. Motivo per cui è stato organizzato un servizio di sorveglianza, con gendarmi armati per tenere lontane le belve. Sorvolando il massiccio, i corpi delle vittime dell’Airbus Germanwings sono visibili dall’alto. A renderlo noto il coordinatore dei soccorsi, Xavier Roy, parlando con i giornalisti al campo volo. “Sì, si vedono dei corpi”, ha detto, “ma per rispetto dei familiari delle vittime preferisco non aggiungere altro”.