Tutti succubi della Covideocracy. Un dossier sul rapporto fra epidemie e media. Così il virus del panico ha infettato i Social

Nella camera stagna della quarantena da Covid-19 abbiamo visto finora di tutto. Interviste criptate e audio file di operatori sanitari che raccontano scene apocalittiche in corsia e gravissime inadempienze delle direzioni sanitarie. Guru pop – e presidenti degli Stati Uniti – che propongono dalle bevande calde alle iniezioni di disinfettanti per preservarsi dal morbo. Liturgie di bare incastonate nei mezzi militari che danno l’idea di una morte-avvoltoio i cui artigli prima o poi ghermiranno anche te. Scienziati e politici che litigano a favore di telecamera per un lembo di certezza epistemologica e decisionale che, forse, nemmeno essi sanno dove andare a raccattare.

Tutte suggestioni, val proprio la pena di dire, che monopolizzano le nostre news da mesi, sequele di versioni che si accartocciano fra loro come in un cimitero di verità, giornalismo e meme che si inseguono a vicenda dentro un proscenio dell’informazione che mesmerizza la folla di chi guarda con ansia allo sviluppo di una malattia ma solo attraverso la lente deformante di una bulimia di contenuti indiscernibili. E’ l’”illusione della conoscenza”, una “intossicazione comunicativa”, per riprendere le parole del professor Mario Caligiuri (nella foto), presidente della Società Italiana di Intelligence che ha prodotto e ospitato il lavoro di un giovane e bravo ricercatore, Luigi Giungato, preciso nello spiegare in un suo report (scaricabile qui) le derive di un’emergenza clinica nell’epoca di altrettanti “virus” legati alla propagazione di formule discorsive che esulcerano l’attenzione dello spettatore gettandolo nell’angoscia e corrodendo le sue facoltà di penetrazione di fatti e temi.

L’unione perversa di vecchi broadcast e di social impazziti e sovraccarichi, televisione e Rete, ci dice Giungato, ha creato uno “stato infiammatorio” di quell’organismo chiamato opinione pubblica, sempre più depistata, arsa viva dall’aggressione torrenziale di aggiornamenti privi di chiari orizzonti e sobrietà linguistica ed educativa, bisognosa di un incondizionato legame fiduciario con quegli agenti istituzionali che ormai impongono tempistiche, condotte, mobilità, nuovi obblighi e ci promettono la difesa della Salute, la liberazione dalla Paura. Giungato ci mette in guardia dal rischio della ridondanza e dell’autogestione di fonti che sono inquinate, non sufficientemente dragate, oscene chimere di artificio, opinionismo e frammenti decontestualizzati, perché attraverso queste si dà modo al potere più sottile di invalidare la nostra razionalità consentendogli di “svanire” e “restare residente” in noi con narrazioni che assomigliano sempre più a gorghi “gassosi” con un unico peso reale: panico e soggezione.