Ucraina, liberi gli osservatori Osce, ma è guerra

dalla Redazione

Ancora sangue nel sud dell’Ucraina: il bilancio provvisorio della giornata di guerra civile combattuta ieri a Sloviansk parla di una dozzina di morti, numerosi feriti e due elicotteri abbattuti. Duri scontri anche a sud, a Odessa, dove la polizia non è riuscita ad evitare il peggio tra alcune centinaia di filorussi e 1500 manifestanti a favore dell’unità ucraina: 38 persone sono morte nell’incendio dell’edificio della Casa dei sindacati, appiccato dalle frange piu’ radicali dei filo Kiev nell’edificio in cui si erano rifugiati i filorussi dopo gli scontri in citta’ nei quali erano decedute quattro persone e che avevano scatenato una vera e propria ‘caccia’ ai filorussi. Il bilancio finale è di 42 morti e 125 feriti, tra cui 21 poliziotti. Le autorita’ cittadine hanno dichiarato tre giorni di lutto cittadino, da oggi ai 5 maggio.

In questa situazione, il Cremlino ha definito “assurdo” parlare di elezioni in Ucraina, sia i referendum separatisti indetti per l’11 marzo sia le presidenziali con cui Kiev vorrebbe legittimare il Maidan. “Dopo quello che è successo a Odessa, sullo sfondo dell’aperta spirale di conflitto nel sud-est del Paese, non capiamo di che elezioni stanno parlando Kiev, le capitali europee e Washington”, ha sottolineato Dmitri Peskov, portavoce di Putin, aggiungendo che Mosca ha perso effettivamente la sua influenza sulle forze di autodifesa del sud-est ucraino e non può risolvere la situazione da sola. Mosca non sa ancora come rispondere alla crescente violenza in Ucraina, questo elemento è assolutamente nuovo per la Russia, ha concluso.

I prossimi dieci giorni, ha sottolineato il premier ucraino Arseni Iatseniuk, saranno i più difficili per il Paese. Intanto ieri c’è stata una fumata nera al vertice trilaterale di Varsavia tra Russia-Ucraina-Ue sulla sicurezza energetica: le parti si ritroveranno altre due volte, ma Mosca ha già dato un ultimatum sul gas a Kiev, minacciando che se entro fine maggio non sarà pagata la fattura di giugno, Gazprom “avrà il diritto di ridurre le sue forniture per l’Ucraina o di mantenerle a livello pagato prima del 31 maggio”.

Intanto a Sloviansk gli osservatori militari dell’Osce sono stati liberati, ha reso noto Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel sud-est ucraino, citato dalla tv Russia Today. Poco prima Viaceslav Ponomariov, autoproclamato sindaco di Slaviansk, aveva annunciato la sua intenzione di rilasciare a breve gli osservatori tenuti in ostaggio: ”stanno seduti nel mio ufficio, sto parlando con loro per liberarli. Questo non ha a che fare con la situazione insicura nella città”, aveva dichiarato. Ponomariov aveva anche annunciato la morte, in nottata, di 10 civili del vicino villaggio di Andreievka che tentavano di bloccare un corteo di auto degli ultra nazionalisti di Pravi Sektor e il ferimento di altre 40 persone. Mancano per ora conferme indipendenti.