Ucraina, Zelensky chiede armi più potenti per colpire il territorio russo in profondità

L'Ucraina, ha detto Zelensky al Guardian, deve essere in grado di usare armi capaci di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo.

Ucraina, Zelensky chiede armi più potenti per colpire il territorio russo in profondità

L’Ucraina deve essere in grado di usare armi “potenti”, a lungo raggio, capaci di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo. È quanto ha ribadito oggi al Guardian il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a proposito del via libera ottenuto dalla Casa Bianca a usare armi statunitensi in territorio russo, ma non a lungo raggio e solo nell’area vicino a Kharkiv.

L’Ucraina, ha detto Zelensky al Guardian, deve essere in grado di usare armi capaci di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo

Gli Stati Uniti, ha detto ancora il presidente ucraino, devono “credere di più in noi”. Senza questo via libera, ha aggiunto Zelensky, anche altri alleati – come il Regno Unito – potrebbero non permettere a Kiev di usare le loro armi a lungo raggio. “Credeteci, dobbiamo rispondere. Non capiscono altro che la forza. Non siamo il primo né l’ultimo obiettivo” della Russia, ha affermato. Parlando nel suo quartier generale a Kiev, Zelensky ha chiarito di voler utilizzare armi a lungo raggio come i missili Storm Shadow, prodotti nel Regno Unito. Ed ha precisato che Londra, contrariamente a quanto ripotato dai media, non ha dato “il permesso al 100%” di farlo.

Zelensky ha inoltre sottolineato che il ritardo con cui il presidente Usa Joe Biden ha autorizzato l’uso di armi occidentali contro obiettivi in Russia ha fatto sì che le forze russe abbiano deriso l’Ucraina ed abbiano “dato la caccia” alla sua gente. Un ritardo che è costato vite umane, ha aggiunto, esortando Washington a superare le sue perenni preoccupazioni su una possibile “escalation” nucleare con Mosca. La Russia, ha detto ancora Zelensky, arrivando a Stoccolma per il vertice con i Paesi nordici e la firma di accordi di sicurezza, sta preparando “provocazioni” ai confini del Baltico.

Medvedev avverte: “È un errore pensare che Mosca non usi armi nucleari”

I Paesi occidentali “qualche anno fa dicevano che la Russia non sarebbe arrivata a un conflitto militare aperto con il regime Banderiano (ucraino, ndr) per non litigare con l’Occidente. Hanno sbagliato i calcoli. La guerra c’è. Potrebbero anche sbagliare i calcoli sull’uso delle armi Tnw (armi nucleari tattiche, ndr). Anche se sarebbe un errore fatale” scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev. “Dopo tutto, come ha giustamente sottolineato il presidente russo (Vladimir Putin, ndr), i Paesi europei hanno una densità di popolazione molto elevata. E per quei Paesi nemici le cui terre sono al di là della zona di copertura delle Tnw c’è, infine, un potenziale strategico”, ha proseguito l’ex presidente russo.

“E questa, ahimè, non è né intimidazione né bluff nucleare – ha aggiunto -. L’attuale conflitto militare con l’Occidente si sta sviluppando secondo il peggior scenario possibile. Si assiste a una costante escalation della potenza delle armi Nato applicabili. Pertanto, nessuno può escludere che il conflitto passi oggi alla sua fase finale”. Nel suo lungo intervento, Medvedev sottolinea: “I Paesi occidentali che hanno presumibilmente ‘approvato l’uso’ delle loro armi a lungo raggio sul territorio russo (indipendentemente dal fatto che si tratti di zone vecchie o nuove del nostro Paese) dovrebbero comprendere chiaramente quanto segue: 1) Tutti i loro equipaggiamenti militari e i loro specialisti che combattono contro di noi saranno distrutti sia sul territorio dell’Ucraina b. (banderiana, ndr) sia sul territorio di altri Paesi, se da questi vengono lanciati attacchi contro il territorio della Russia. 2) La Russia presume che tutti i mezzi di sconfitta a lungo raggio utilizzati dall’Ucraina b. siano già oggi direttamente controllati dal personale militare della Nato. Questa non è ‘assistenza militare’, ma partecipazione alla guerra contro di noi. E le loro azioni potrebbero diventare casus belli. 3) La Nato dovrà decidere come qualificare le conseguenze di eventuali attacchi di rappresaglia contro attrezzature/oggetti/personale militare di singoli Paesi del blocco nel contesto degli articoli 4 e 5 del Trattato di Washington. Con ogni probabilità, i vertici della Nato vogliono far credere che stiamo parlando di decisioni sovrane di singoli Paesi dell’Alleanza Nord Atlantica di sostenere il regime di Kiev e che non c’è motivo di applicare le regole del Trattato di autodifesa collettiva del 1949. Si tratta di idee sbagliate pericolose e dannose”.

Stoltenberg: “L’autodifesa non è un’escalation”

L’autodifesa non è un’escalation ed è bene che alcuni alleati occidentali dell’Ucraina abbiano revocato le restrizioni sulle armi fornite a Kiev. Lo ha detto il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, dopo l’incontro dei ministri degli Esteri dei paesi alleati a Praga. Il tutto mentre ferve il dibattito politico se l’esercito ucraino abbia o meno il diritto di colpire obiettivi all’interno della Russia con armi fornite dall’Occidente. “Sono sicuro che gli alleati della Nato continueranno a offrire supporto all’Ucraina” ha detto. “Non renderà il mio lavoro più semplice se fornisco a voi tutti i dettagli, quindi vi propongo solo le conclusioni” ha scherzato, smorzando la tensione con i giornalisti, nella diretta trasmessa dalla Nato. “La Russia non sarebbe in grado di portare avanti la guerra con l’Ucraina senza l’aiuto della Cina”, ha detto poi sottolineato il segretario generale della Nato, elencando tra l’altro i semiconduttori e altre componenti fornite all’industria della difesa da Pechino, dopo che il Dragone ha smentito il fatto di aiutare Mosca.