L’Ue contraddice Draghi. Pagare il gas russo in rubli viola le sanzioni. Ieri il premier ha parlato di “zona grigia”. Ma Bruxelles ribadisce: “La nostra posizione rimane la stessa”

Ieri da Washington Draghi aveva affermato che "nessuno ha mai detto se i pagamenti in rubli violano le sanzioni, è una zona così grigia".

L’Ue contraddice il premier Mario Draghi sul pagamento in rubli delle forniture di gas russo. Il meccanismo obbligatorio, previsto dal decreto firmato da Vladimir Putin, viola le sanzioni imposte dall’Unione europea contro la Banca centrale russa.

“Il decreto sui pagamenti in rubli del gas – ha detto il portavoce per l’Energia e il Clima della Commissione Ue, Tim McPhie – prevede un meccanismo che coinvolge la Banca Centrale russa, che è sottoposta a sanzioni. Usare questo metodo sarebbe quindi una violazione delle sanzioni. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen e la commissaria all’energia Kadri Simson lo hanno dichiarato chiaramente”.

Gas russo, McPhie: “La nostra posizione sul decreto russo rimane la stessa”

“La nostra posizione sul decreto russo sui pagamenti in rubli rimane la stessa. La Banca centrale russa è soggetta a sanzioni e quindi utilizzare il metodo del pagamento in rubli, come è stato più volte affermato, sarebbe una violazione delle sanzioni” ha spiegato McPhie nel corso di un briefing con la stampa, rispondendo a una domanda sulle parole del premier Draghi che ha parlato di “una zona grigia” e di mancanza di “pronunciamenti ufficiali riguardo a cosa significhi violare le sanzioni”.

“La nostra posizione è molto chiara – ha aggiunto il portavoce per l’Energia e il Clima della Commissione Ue – e il lavoro sull’aggiornamento delle linee guida continua. Sulla pubblicazione delle linee guida, come sapete, c’è un documento di domande e risposte che abbiamo pubblicato sul sito web della Commissione relativo alle sanzioni e che è stato inviato a tutti gli stati membri, ai ministeri dell’energia e abbiamo avuto diversi forum per discutere di questo anche direttamente con gli Stati membri, ad esempio, a livello di ambasciatori qui a Bruxelles attraverso il gruppo di coordinamento del gas. Comprendiamo che queste conversazioni forse debbano continuare ed è quello che continueremo a fare. Infine, l’applicazione delle sanzioni è in ultima analisi di competenza degli Stati membri”.

Ieri, durante la sua conferenza stampa a Washington (qui il video), Draghi aveva affermato: “Nessuno ha mai detto se i pagamenti in rubli violano le sanzioni, è una zona così grigia”. E aveva aggiunto: “Il più grande importatore di gas in Germania ha già pagato in rubli e la maggior parte degli importatori ha aperto i conti in rubli”. A chi ricordava queste frasi del premier italiano, il portavoce della Commissione ha risposto: “Noi non commentiamo i commenti chiunque li faccia. La nostra posizione sul decreto russo è quella che abbiamo ripetuto molte volte”.