L’ultima inchiesta sull’assassinio di Ilaria Alpi si avvia verso l’archiviazione. Il gip deciderà nelle prossime settimane. Sit-in dei giornalisti a Piazzale Clodio per chiedere verità e giustizia

L’ultima inchiesta sull’assassinio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin, avvenuto in Somalia il 20 marzo 1994, in circostanze ancora oggi oscure, con ogni probabilità sarà archiviata dal Tribunale di Roma nelle prossime settimane. Oggi, infatti, il gip Andrea Fanelli si è riservato di decidere in merito alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm Elisabetta Ceniccola. Si tratta della seconda richiesta di archiviazione avanzata dai magistrati di Piazzale Clodio dopo che nel giugno del 2018 il gip, accogliendo una istanza avanzata dai legali della famiglia Alpi, aveva disposto nuove indagini.

Riapertura che doveva servire a stabilire il movente e l’autore del duplice assassinio. In particolare il gip aveva disposto accertamenti sulla trascrizione di un’intercettazione telefonica tra due cittadini somali, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze, in cui si faceva chiaro riferimento all’omicidio Alpi-Hrovatin. Il gip, quindi, aveva chiesto di ascoltare Mohamed Geddi Bashir per accertare da chi avesse ricevuto l’informazione che Hashi Omar Hassan  il somalo inizialmente condannato a 26 anni per l’omicidio e poi assolto nel processo di revisione – “era stato ingiustamente condannato per l’omicidio di Ilaria Alpi e che quest’ultima era stata invece uccisa da militari italiani”.

Nella prima richiesta di archiviazione, a giugno 2018, il pm Ceniccola aveva sostenuto che le nuove intercettazioni erano sostanzialmente irrilevanti e non rappresentano uno spunto solido per avviare nuovi accertamenti. In particolare per la Procura “mai è emerso il sospetto che ‘italiani’ avessero eseguito materialmente l’omicidio” e l’assenza di militari italiani nell’area di Mogadiscio dove avvenne l’agguato costituisce “un dato incontrovertibilmente pacifico e già accertato in tutti i suoi particolari dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta, che provvide ad ascoltare gli ufficiali che ne erano al comando”.

“Abbiamo avuto modo di esporre le nostre solide argomentazioni – ha commentato l’avvocato Giulio Vasaturo, legale della Fnsi, Ordine dei giornalisti ed Usigrai – per cui chiediamo con forza di continuare le indagini per individuare gli esecutori e i mandanti dell’omicidio di Ilaria a Miran e la responsabilità di chi ha depistato le indagini in tutti questi anni. Ai giudici abbiamo consegnato l’accorata istanza di giustizia e verità dell’intera comunità dei giornalisti italiani”.

E un sit-in, promosso da Fnsi, Usigrai, Comitato di redazione del Tg3, Articolo 21, Libera, Libera Informazione, Amnesty International Italia, Ordine dei giornalisti del Lazio e Rete NoBavaglio, si è tenuto questa mattina fuori dalla Procura di Roma per chiedere di non archiviare l’indagine. “Per me è straordinario essere qui dopo 25 anni – ha detto il presidente della Fnsi Beppe Giulietti – i genitori di Ilaria non ci sono più ma noi siamo qui, con una rete di associazioni per dire no alla archiviazione. Bisogna almeno accertare la catena di omissioni e depistaggi su questa drammatica vicenda”.