Ultimo giorno di libertà per l’ex Cav?

di Sergio Castelli

Se le indiscrezioni contano qualcosa quella più accredita vuole un Silvio Berlusconi destinato a una comunità di anziani disabili non lontana dalla sua villa di Arcore. Dallo staff del leader di Forza Italia, però, l’invito alla prudenza è d’obbligo. E lo spettro degli arresti domiciliari non sembrerebbe ancora definitivamente scacciato. La decisione finale è nelle mani del Tribunale di Sorveglianza di Milano chiamato a decidere dopo la condanna a quattro anni di carcere (tre coperti da indulto) per frode fiscale nel processo sui diritti tv. Servizi sociali o arresti domiciliari: il dilemma che tiene banco in tutte le forze moderate e dal quale dipenderanno anche tutti gli scenari all’interno delle forze moderate. L’appuntamento è fissato alle 17 di oggi al Tribunale di sorveglianza della città meneghina e Berlusconi, dagli ultimi rumors raccolti, non dovrebbe essere presente in aula e dovrebbe seguire l’udienza da Arcore. Attaccato al telefonino per essere aggiornato in tempo reale su ogni singolo momento. Ma la decisione potrebbe arrivare non prima di domani, nella migliore delle ipotesi. Forse anche la prossima settimana. Dato che i condizionali, però, restano talmente tanti non resta che attendere per conoscere una decisione che in ogni caso sarà epocale dato il calibro del personaggio. A rincuorare l’ex premier ci sono, però, le statistiche: in casi analoghi a quello di Berlusconi viene privilegiato l’affidamento in prova, ma in ambienti giudiziari si sottolinea come tutto possa accadere in un caso ‘unico’ come quello di un imputato che pubblicamente ha parlato di “golpe” riferendosi alla sua condanna. Staremo a vedere.

In attesa
Non è detto che al termine dell’udienza odierna si giunga a una decisione. Perché il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Pasquale Nobile De Sanctis, il giudice relatore, Beatrice Crosti, e due docenti universitarie esperte di diritto penitenziario e criminologia (incaricate di un’indagine sociale sull’ex Cav) avranno cinque giorni di tempo (termine non tassativo) per pronunciarsi sulla richiesta di affidamento ai servizi sociali presentata dall’ex premier. In attesa del verdetto Berlusconi avrebbe confidato ai suoi: “Nessuno pensi di fare a meno di me. Mi vogliono far fuori, ci sono abituato, ma io non mollo”.

Le alternative
Qualora il leader di Forza Italia venisse destinato ai servizi sociali sarebbe impegnato un solo giorno alla settimana, di mattina o di pomeriggio a scelta. Per evitare gli arresti domiciliari i legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, hanno fornito tutta una serie di documenti per dimostrare la non pericolosità sociale dell’ex Cavaliere ed evitare maggiori restrizioni che ridurrebbero indiscutibilmente il raggio d’azione politico del leader azzurro. Per la riabilitazione, che sarebbe condensata anche di colloqui con l’assistente sociale, potrebbe essere decisiva l’accettazione di quella condanna da sempre contestata dall’ex premier. Nel frattempo, dato che il leader azzurro non ha fatto pervenire ai giudici comunicazioni relative a quale associazione o ente intenderebbe prestare servizio, a indicare una possibile soluzione è stato l’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) di Milano, nella relazione depositata. Se quella dei servizi sociali fosse la decisione finale l’Uepe convocherebbe il condannato per la firma del verbale e in quel caso Berlusconi avrebbe gli obblighi di “non frequentare pregiudicati e tossicodipendenti, non uscire di casa dalle 23 alle 6 e di non allontanarsi dalla provincia di Milano”. Gli eventuali arresti domiciliari, invece, lascerebbero a Berlusconi solo due ore di libertà al giorno. Poco, troppo poco per i disegni politici che bollono nell’enorme calderone azzurro. La pena residua potrebbe essere solo di dieci mesi e mezzo se, dopo i primi sei mesi, a Berlusconi fosse concessa la liberazione anticipata di 45 giorni.E, intanto, dal punto di vista politico sembra sempre più scricchiolare l’intesa raggiunta al Nazareno tra l’ex Cav e Matteo Renzi. Tra conferme e smentite sembrerebbe che sia stato lo stesso Berlusconi a voler evitare di incontrare il presidente del Consiglio. Contrariamente alle voci circolate che dicevano esattamente l’opposto. Le europee, invece, si avvicinano e saranno proprio le consultazioni a chiarire tutti i rapporti anche tra FI e Ncd.