Un altro spot Fazioso sulla tv di Stato

di Gaetano Pedullà

Quel gesto dell’ombrello c’entra poco con la mano de Dios che spinse in porta il gol più famoso del Pibe de Oro, affondando l’Inghilterra ai quarti dei mondiali del ’86, a Città del Messico. Dal campo agli studi tv, Maradona domenica ci ha fatto un autogol con quel gestaccio rivolto ad Equitalia, la società che da anni lo insegue per fargli pagare qualcosa come 40 milioni di tasse. Al campione non sono mancati i mezzi per sostenere le sue ragioni e addebitare questa montagna di imposte alla dirigenza del Napoli per cui giocava e ai suoi procuratori dell’epoca. Ha perso, non ha pagato, e come se niente fosse viene pure in Italia a rilasciare interviste e cercare contratti. Unico accorgimento, non portarsi dietro orologi ed orecchini che gli sarebbero sequestrati, come è già successo in passato. In un Paese normale, campione o no, un evasore di tale portata lo fermerebbero alla frontiera. Da noi invece si stende il tappeto rosso. E se persino il tempietto del politicamente corretto, come la trasmissione di Rai Tre Che Tempo che fa ti offre il palcoscenico, allora gli evasori sappiano che c’è speranza per tutti. A maggior ragione di fronte a quel gesto dell’ombrello, per di più tra gli applausi in un programma della tv di Stato. Quello stesso Stato che gli chiede inutilmente di versare il dovuto al Fisco. Maradona è un fuoriclasse; un campione che ha emozionato gli amanti del pallone come hanno fatto in pochi. Il suo perciò è stato uno spot dirompente. E un autogol per un Paese che fa pagare il 44% di tasse ai suoi cittadini, per la tv pubblica trasformata in testimonial degli evasori e per chi conducendo l’intervista non ha nemmeno provato a prendere le distanze. Diciamo la verità: Maradona ha fatto quello che tanti vorrebbero fare. E che purtroppo fanno davvero evadendo in lungo e largo. Ma farci uno spot è uno schiaffo per quei disgraziati che pagano fino all’ultimo euro.