Le Lettere

Un milione di morti fa

Zelensky adesso sembra capire che non potrà riconquistare le terre perdute. Ma se ne accorge ora? Non era prevedibile?
Aldo Gorini
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Gentile lettore, “era prevedibile fin dal 24 febbraio ’22, giorno dell’invasione. Ma i pochi di noi che lo dissero furono sommersi dal disprezzo dell’intero sistema informativo occidentale”: così scrissi in questa pagina il 21 dicembre 2024 e lo ripeto citandomi ancora: “Zelensky sapeva di non poter vincere. A marzo ‘22 concordò coi russi un patto intitolato ‘Trattato per la neutralità dell’Ucraina e sua sicurezza’. Johnson, mosso da Biden, si precipitò a Kiev e lo convinse a non firmarlo. Fu lì che Zelensky vendette il suo popolo agli Usa come carne da macello. È il suo crimine maggiore e la Storia lo giudicherà. Intanto i massmedia pompavano un delirio da stadio: ‘I russi hanno finito le munizioni e combattono con le pale… hanno finito i chip per i missili e smontano le lavatrici’. A quel punto Zelensky glorioso annunciava la fulgida controffensiva primavera-estate ‘23: ‘A ottobre brinderemo in Crimea’. Applausi, cori da stadio, svenimenti in curva sud. ‘Ci servono i Leopard e gli Abrams’. Arrivano i carrarmati, ma la controffensiva è il disastro previsto: i Leopard scoppiano come palloncini, gli Abrams si bloccano in due cm di fango e non son buoni neanche per arare i campi. Allora Zel fa: ‘Ci servono gli F-16!’ e vai con gli F-16. ‘Vogliamo i Patriot’ e vai coi Patriot. ‘Missili a lungo raggio’ e vai coi missili a lungo raggio. Ma i russi continuano ad avanzare e ora Zelensky dice che non può riprendersi le terre. Ma lo sapeva tre anni e un milione di morti fa”.