Un Paese con più Dignità. Via libera al decreto anche dal Senato. Ora il testo è legge

Il decreto Dignità è legge e senza la fiducia. L’approvazione di Palazzo Madama è arrivata oggi con 155 voti favorevoli, 125 contrari e 1 astenuto. L’Aula si è espressa sul testo che era uscito dalla Camera e l’approvazione è dunque definitiva: si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento nella sua versione finale.

L’approvazione del dl che porta la firma del vicepremier Di Maio, è arrivata in extremis a poche ore dall’inizio della pausa estiva dei lavori parlamentari. Nessuno dei circa 700 emendamenti, tutti delle opposizioni, è stato approvato. “Dopo decine di anni è stato approvato il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby. È il primo decreto, dopo tanti anni, che mette al centro il cittadino, gli imprenditori, i giovani precari. Finalmente i cittadini segnano un punto: cittadini 1-sistema 0″, ha commentato Di Maio. “Oggi l’Italia guadagna un primato in Europa: è il primo Paese ad avere abolito la pubblicità del gioco d’azzardo”. Lo scontro è stato, però, sui numeri. Matteo Renzi su Twitter attacca: “Grazie alle ‘geniali’ intuizioni del ministro Di Maio perderemo 80.000 posti di lavoro. Fonte: relazione tecnica del Governo. Praticamente un’autocertificazione. Noi siamo partiti con gli 80 euro in più, loro con 80mila posti di lavoro in meno”. A rispondere, però, è stato lo stesso ministro precisando che dopo la proroga degli incentivi alle assunzioni di under 35 la nuova relazione tecnica, confermata anche dall’Inps, prevede che verranno attivati “oltre 60mila posti stabili in più in due anni. Quindi 8mila ne perdi all’anno e 30mila ne guadagni, il saldo è positivo“. Il tempo ci dirà chi ha ragione.

Sempre via twitter il coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza risponde al ministro del Lavoro: “Il ministro del lavoro dopo l’approvazione del #decretodignitá dice cittadini 1 sistema 0. Non è così. Caro Di Maio, oggi tornano i voucher, domani arriverà la flat tax. E il sistema festeggia perché vince 2 a 0 contro i lavoratori”.