Un Paese dove chi sbaglia non paga mai

di Gaetano Pedullà

Quando si tratta di fare figuracce internazionali non ci facciamo mancare nulla. Con la storia dei due marò ostaggi in India ancora in alto mare, adesso ci copriamo di ridicolo per una vicenda che ci porta in Kazakistan, paese dell’ex cintura sovietica che nove italiani su dieci non sanno neppure dove sia sulla carta geografica. Riassumiamo brevemente per chi non conosce i fatti. Mukhtar Ablyazov è un ex ministro oggi dissidente e nemico del presidente (e despota) kazako, Nursultan Nazarbaev. Un signore notoriamente non tenero con gli oppositori politici. E altrettanto notoriamente vicino all’ex premier Silvio Berlusconi, per non parlare dell’Eni, visti i grandi interessi italiani nel settore petrolifero in quel paese. I servizi segreti del Kazakistan con l’aiuto degli 007 di chissà quali altri Stati, scovano la moglie del dissidente, Alma Shalabayeva, con la figlia nascoste a Roma. Con una velocità quantomeno sospetta e senza nessuna possibilità di deroga, le autorità italiane rimpatriano la donna condannandola a pagare presunti reati gravissimi in carcere, se non peggio. E’ evidente che ci si è sottomessi alle pressioni di Nazarbaev calpestando il diritto internazionale. Scoppia il caso diplomatico e il nostro governo cosa fa? Invece che punire magistralmente i funzionari responsabili o – troppo onore! – ammettere di aver consentito un fatto gravissimo, concede ieri alla Shalabayeva la possibilità di tornare in Italia e chiarire la sua posizione. Come se il Kazakistan a questo punto la facesse più andar via. Se non fosse realtà, tutto questo sembrerebbe una barzelletta. Uno scherzo però sulla vita di due persone. Ovvio che il Movimento di Grillo e Sel chiedano le dimissioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che non c’era o se c’era dormiva. Il Pdl non ci sta e la tensione nel governo torna alle stelle. A noi resta la solita figura del… Kazako.