Un Paese

di Gaetano Pedullà

Rivelazioni come quella dell’ex Segretario al Tesoro di Washington, Tim Gaithner, negli Stati Uniti metterebbero tutti d’accordo. Davanti a un attacco alla sovranità della nazione non ci sono Destra e Sinistra, Democratici e Repubblicani, belli e brutti: ci sono solo americani. Grandezze di un popolo e miserie di un altro, qui invece è il solito pollaio. Berlusconi chiede conto e ragione. Con la pistola fumante in mano adesso ha le prove che a farlo cadere nel 2011 fu un complotto internazionale. Le istituzioni europee, accusate dal ministro di Obama di aver orchestrato la caduta del Cavaliere, smentiscono indispettite. La Sinistra italiana ha troppo da fare con la campagna elettorale e a Grillo non frega niente di chi ha buttato giù l’ex premier. Nessuno batte però la nostra acerba ministro degli Esteri, Federica Mogherini, per la quale si tratta di questioni del passato, che ormai hanno poca importanza. Le cancellerie estere fanno un golpe in Italia e questo ha poca importanza? Ma che ci sta a fare allora un Governo e uno stesso ministero degli esteri? La verità fa male, ma a meno di considerare Gaithner uno sprovveduto – e un signore che ha gestito per quattro anni l’economia a stelle a strisce non lo è – il quadro è chiarissimo. In questo Paese le urne e la volontà popolare sono la foglia di fico per nascondere i poteri forti che ci comandano da New York, da Berlino o da una qualche altra capitale finanziaria. Purtroppo il guaio non è che siamo indebitati e politicamente deboli, ma che siamo senza lo spirito di una nazione. E per difendersi da certi assalti, tifare per gli azzurri ai mondiali non basta.