Un reality vergognoso

Di Teodoro Chiarelli per la Stampa

Nella sede della Guardia Costiera genovese disegnata da Renzo Piano al Porto Antico le riunioni si susseguono frenetiche. Il conto alla rovescia per accogliere la Costa Concordia e avviarla alla demolizione è partito. Salvo intoppi dovuti alle condizioni meteomarine (e dando per scontato il via libera finale dell’Osservatorio ambientale domani o sabato) lunedì 14 inizieranno le operazioni per il rigalleggiamento del gigante moribondo, domenica 20 la nave trainata da due rimorchiatori oceanici lascerà Giglio Porto e giovedì 24 arriverà sotto al largo della Lanterna.

Sono 190 miglia nautiche coperte in quattro giorni alla velocità di due nodi l’ora. Il responsabile di Costa Crociere per il recupero e lo smantellamento della Concordia, Franco Porcellacchia, ha concordato con i soggetti genovesi le ultime fasi. La nave passerà davanti a Genova e proseguirà verso Ponente fino al terminal contenitori di Prà Voltri.

In prossimità della diga punterà la prua in direzione di Vesima, località fra il capoluogo e Arenzano, quindi verrà trainata di poppa all’interno dello scalo e attraccata alla diga foranea. Prima, però, i cavi dei due rimorchiatori oceanici verranno sganciati dalla nave e riagganciati a due mezzi della Rimorchiatori Riuniti, mentre a bordo salirà il capo dei piloti del porto di Genova, Giovanni Lettich.

Sarà lui a governare il gigante stretto fra 30 giganteschi cassoni. Lui che era a bordo anche nel 2006, a coadiuvare l’allora capopilota Bozzo quando la Concordia fu varata dal cantiere di Sestri Ponente, a un pugno di chilometri da dove ora verrà attraccata per la prima fase della demolizione.

Intanto al Giglio proseguono le simulazioni di galleggiamento davanti al cantiere in cui 300 tecnici della Titan Micoperi lavorano come lillipuziani attorno al corpaccione arrugginito del gigante in vista del rigalleggiamento. I cassoni vengono sottoposti ai test «acqua-aria» per verificare il corretto funzionamento delle valvole e degli impianti elettrico-pneumatici necessari allo svuotamento dei contenitori che consentiranno al relitto di essere trainato fino alla Liguria.

Se tutto andrà per il verso giusto e il meteo non farà le bizze, il 20 la Concordia si potrà muovere all’interno di un convoglio di dieci mezzi navali: quattro per il traino (due, più due di emergenza), oltre a diversi mezzi pronti a intervenire per eventuali attività ambientali. A chiudere i natanti della Castalia. A fare da «pesce pilota», invece, sarà una barca con esperti nell’avvistamento dei cetacei.

La flottiglia attraverserà la zona dell’Alto Tirreno chiamata proprio «Santuario dei cetacei»: a naturalisti e biologi marini il compito di scrutare l’orizzonte per segnalare l’eventuale transito di qualche esemplare.

Tutto intorno al convoglio ci sarà un rigido e impenetrabile cordone sanitario a opera della Guardia Costiera e delle forze dell’ordine. Già, perché nonostante la tragedia di due anni e mezzo fa abbia causato 32 morti, è esplosa una sorta di «Concordia-mania»:si prevedono numerosissime imbarcazioni di curiosi e diportisti dagli scali toscani, corsi e liguri pronte a incrociare in mare aperto. E anche i media fanno da tempo a gara nel tentare di seguire nelle maniere più fantasiose l’operazione.
Per evitare rischi, è stata adottata, salvo ripensamenti dell’ultima ora, la soluzione più semplice (ma meno trasparente): divieto assoluto di avvicinarsi in mare a un raggio di 3-4 miglia dal convoglio e divieto di sorvolo lungo il tragitto. I giornalisti di tutto il mondo si dovranno accontentare, nei quattro giorni di navigazione, di bollettini, foto e filmati forniti dalla Protezione civile. Fino all’arrivo a Genova.