Una breccia nel muro di omertà. La verità sulla strage di Bologna è più vicina. Il presidente dell’associazione delle vittime, Bolognesi: “Dall’inchiesta dei magistrati risultati eclatanti”

Presidente Paolo Bolognesi, le nuove indagini portate avanti dalla Procura generale di Bologna sulla strage del 2 agosto 1980 hanno messo in luce il coinvolgimento nel peggiore attentato mai compiuto in Italia della P2 e dei Servizi segreti deviati, oltre ai soliti esponenti dell’eversione nera. Come associazione vi battete da anni per arrivare alla piena verità sull’accaduto. Quale giudizio dà di questo risultato? “Il giudizio è molto positivo. Secondo me non si può fare altro che plaudire ai giudici che hanno fatto questo lavoro in maniera così attenta. Sono stati due gli anni di attività, portando avanti un’indagine difficilissima”.

Di tali coinvolgimenti a proposito della strage di Bologna si discute però da tempo. Per quale ragione a suo avviso risultati del genere non sono stati possibili prima, quali sono stati i freni?
“Si tratta di indagini complicate, sicuramente complicate, e ribadisco il plauso a questi magistrati perché hanno svolto un lavoro difficilissimo in tempi brevi, arrivando a segnalare dei nominitivi di alto spessore. Credo che questo sia un fatto eclatante”.

Quali però, a suo avviso sono state in passato le maggiori maggiori difficoltà nell’arrivare a scoprire finanziatori e mandanti, facendo luce sul ruolo di pezzi deviati dello Stato e della massoneria?
“Tra le difficoltà nel raggiungimento della verità credo vi sia stata quella legata alla rilettura dei processi. Determinante è stata infatti la digitalizzazione dei diversi procedimenti, che ne ha consentita una rilettura e di incrociare una serie di dati. Mi sembra chiaro che con questa metodologia, che ha prodotto un simile risultato, si potrebbero avere ora dei progressi notevoli in tante altre inchieste, non solo sul terrorismo, ma su mafia, camorra e via di questo passo. Credo che la strada perseguita sia veramente rivoluzionaria”.

Chiuse le indagini della Procura di Bologna, per lei cosa manca ancora per arrivare a una verità completa, considerando anche che gli inquirenti parlano di reati commessi da alcuni indagati in concorso con altri ancora ignoti?
“So quello che è venuto fuori fino ad ora e non altro per potermi pronunciare. Sicuramente quando ai nostri avvocati verranno consegnate tutte le carte anche per noi da quel momento vi saranno delle valutazioni da fare”.

Il suo maggior rammarico per come sono andate le cose in questi 40 anni?
Vi è stato un muro di omertà notevolissimo in tutti questi anni e siamo ora arrivati a questo punto grazie a una serie di magistrati decisi ad andare fino in fondo. Credo che il contributo dato dalle associazioni delle vittime abbia dato dei frutti, portando anche dei documenti e facendo in modo che le cose andassero avanti.