Una poltrona che scotta Il senatore azzurro Gasparri verso l’addio al Cda. La Meloni furiosa per la vicenda M5S: deve lasciare pure la Vigilanza

Una poltrona che scotta Il senatore azzurro Gasparri verso l’addio al Cda. La Meloni furiosa e M5S attacca: deve lasciare pure la Vigilanza

Una poltrona che scotta Il senatore azzurro Gasparri verso l’addio al Cda. La Meloni furiosa per la vicenda M5S: deve lasciare pure la Vigilanza

Se da un lato Maurizio Gasparri appare imperturbabile malgrado le inchieste giornalistiche sul suo ruolo alla Cyberealm srl, dall’altro il forzista sembra preferire adeguarsi al motto “prevenire è meglio che curare”. Così dopo aver lasciato l’incarico di vicepresidente del Senato, passato alla collega di partito Licia Ronzulli, ed essere diventato capogruppo di Forza Italia al Senato, Gasparri starebbe valutando di fare un passo indietro e dimettersi dalla società finita al centro di due distinte inchieste giornalistiche, una de La Notizia e l’altra di Report.

A darne notizia è Dagospia secondo cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarebbe furiosa per quanto sta emergendo sui media e per questo avrebbe avuto un confronto acceso con il vicepremier Antonio Tajani.

Quest’ultimo, infatti, sarebbe “il gran supporter” dell’ex vicepresidente del Senato come si legge sul portale di Roberto D’Agostino. E proprio Tajani, dopo aver parlato con la premier, avrebbe avuto un “conciliabolo rovente” con Gasparri che “alla fine avrebbe preso la decisione di dimettersi dalla società prima della messa in onda dell’inchiesta della trasmissione di Sigfrido Ranucci”.

Sceneggiata

Insomma, fermo restando che bisognerà capire come sono andate, appare chiaro come questa vicenda sia rapidamente diventata ‘un caso politico da manuale’. Del resto Gasparri nelle settimane scorse aveva chiesto e ottenuto la convocazione del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, e del direttore di testata Paolo Corsini, per chiedere conto di un servizio su Forza Italia.

Un’audizione in cui l’ex vicepresidente del Senato aveva dato spettacolo mostrando una carota e del cognac, criticando molto aspramente il modo di fare giornalismo della trasmissione investigativa che, è bene ricordarlo, è il fiore all’occhiello del servizio pubblico.

Sceneggiata che lo storico e politologo Marco Revelli a La Notizia aveva provato a interpretare affermando di “aver letto diversi commentatori che alludevano al fatto che Gasparri stesse giocando d’anticipo temendo di venire preso di mira da un servizio di Report e quanto sta emergendo sembrerebbe accreditare una tale interpretazione”.

Tutte ragioni per le quali l’esponente del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai, Dolores Bevilacqua, “il fatto che l’incarico di Maurizio Gasparri in Cyberealm srl, società che si occupa di cyber sicurezza, non sia amministrativo o di gestione risulta abbastanza inverosimile visto che parliamo del ruolo di presidente, ma comunque dovrà essere valutato attentamente”.

Quello che “però il senatore ha il dovere di rendere noto a questo punto è chi sono i suoi collaboratori in chiaro e occulti in questa società” e se “ si è mai interfacciato con enti e società pubbliche in questi settori per conto della Cyberealm” spiega la pentastellata secondo cui “il solo fatto che fosse a conoscenza dell’inchiesta di Report a suo carico oltre 20 giorni prima della farsa che ha recitato in commissione di vigilanza fa sorgere il fondato dubbio che tutto ciò sia stato messo in piedi in maniera strumentale per delegittimare la trasmissione e il suo conduttore Sigfrido Ranucci”.

Poi in conclusione la Cinque Stelle spiega che “già questo, e chissà che non venga fuori altro, basta “a rendere incompatibile la sua permanenza nella commissione di Vigilanza Rai, che Gasparri dovrebbe avere la dignità di lasciare al più presto”.