Un’altra lobby accontentata. La destra ridà le autostrade a Toto

Con un emendamento il Governo ha restituito al Gruppo Toto la concessione delle autostrade A24 e A25 a Strada dei parchi.

Un’altra lobby accontentata. La destra ridà le autostrade a Toto

Per qualcuno è un vero e proprio regalo da scartare in vista del Natale. Per altri un vero e proprio favore. Per altri ancora, un atto dovuto. Al di là di come la si veda quello che è accaduto in questi giorni è piuttosto chiaro: con un emendamento al Decreto legge numero 145 (avente per oggetto, in realtà: “Misure urgenti in materia economica e fiscale”), approvato da Palazzo Chigi il 16 ottobre scorso, il governo – e in particolare, visto l’argomento di cui si parla, il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini restituisce la concessione delle autostrade A24 e A25 a Strada dei parchi, la società del gruppo Toto estromessa nel luglio del 2022 dal governo Draghi per rimettere tutto in capo ad Anas.

Con un emendamento il Governo ha restituito al Gruppo Toto la concessione delle autostrade A24 e A25 a Strada dei parchi

Qualcuno forse ricorderà cos’era accaduto: la concessione era stata ritirata a causa delle presunte gravi inadempienze nella gestione dei viadotti, che avrebbero messo a rischio la sicurezza degli utenti. La motivazione dell’atto di revoca firmato da Mario Draghi, alla luce delle rigide norme scattate dopo il crollo del ponte Morandi, era stata questa. Nel frattempo, come ha ricordato pochi giorni fa La Stampa, due sentenze di altrettanti tribunali (L’Aquila e Teramo) avevano fatto cadere queste accuse e da qui era iniziata la lunga battaglia legale della società per ottenere il giusto risarcimento a causa della interruzione del contratto di concessione stipulato nel 2001 e in scadenza nel 2030. Anche su questo si era pronunciato nel giugno scorso il Tribunale civile di Roma, quantificando in circa 2,2miliardi la somma dovuta dallo Stato a Strada dei parchi.

La vicenda, dunque, appare piuttosto intricata e variamente interpretabile. A questo punto ha inizio la lunga trattativa che vede protagonisti il ministro Salvini e i rappresentanti del gruppo Toto. E alla fine la soluzione si è trovata con un emendamento ad hoc. Una decisione che certamente non ha fatto felici tutti all’interno del governo: per molti, secondo quanto si mormora nei palazzi del potere, è stato un grosso errore reintegrare la concessionaria. Non per Salvini, a quanto pare. Alla fine la trattativa con i Toto si è chiusa così: 500milioni a Strada dei parchi e ripristino della concessione, come previsto nell’articolo 14bis del Dl 145 in materia fiscale e in fase di revisione in Parlamento, ma con l’obbligo della società di rinunciare a tutti i vecchi contenziosi, sia nei confronti del Mit che di Anas. E ancora, pedaggi delle due autostrade bloccati alla data del 2017 e nessuna revisione del piani economici sino alla naturale scadenza della concessione.

Alla società abruzzese 500 milioni spalmati in due anni

Inizialmente, il pacchetto sarebbe dovuto essere ratificato dal Consiglio di ministri, poi la virata con il coinvolgimento del Parlamento e l’inserimento, nella serata di due giorni fa, di un emendamento a firma dei tre relatori del Dl, i senatori Claudio Borghi, della Lega, Vita Maria Nocco di Fdi e Dario Damiani di Fi. E infatti, dinanzi alle critiche delle opposizioni, a parlare è stato il deputato di Fratelli d’Italia Guerino Testa: “Come abruzzese non posso non esprimere soddisfazione per la risoluzione di una vicenda che mette a riparo gli oltre 1300 dipendenti del gruppo Toto e che certifica, ancora una volta, la grande concretezza del governo Meloni nel decidere su argomentazioni importanti come la gestione di una rete autostradale fondamentale, non solo per la mia regione, ma per tutto il centro Italia”. Una questione di punti di vista, come detto. Nella speranza, questo sì, le presunte gravi inadempienze sulla sicurezza per gli automobilisti non si verificheranno più (semmai ovviamente si siano verificate). Almeno su questo, si spera, non ci saranno punti di vista divergenti.