Un’Europa campione d’ipocrisia

Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, quasi non riesce ad aprire bocca senza simultaneamente pestare qualcosa di sgradevole per terra. “Non credo – ha detto – sia un accordo umiliante per i greci, e non credo che altri europei perderanno la faccia, è un tipico accordo europeo”. Parole che in questo caso rivelano una semplice, imbarazzante verità. È un tipico accordo europeo. È fatto, come dice Juncker stesso, non per risolvere il rebus greco, ma per salvare delle facce. Non è stata nemmeno sfiorata la questione in teoria al cuore della vicenda: la controversa idea che la Grecia debba forse ripagare i circa 320 miliardi di euro che deve. E qui l’Italia si sarebbe accaparrata una delle fette più consistenti del buco greco: per un totale tra il 35,9 e i 39 miliardi. Il valore più basso è quello espresso dal Ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan. I suoi 35,9 miliardi divisi per 60 milioni – la popolazione italiana – fanno 598 euro e rotti a testa, cioè, bimbi compresi. Il calcolo, come si vede, è prudenziale. Mentre salvavano la faccia a Bruxelles, si sono dimenticati di dire quando – ma anche solo “se” – tutti quei soldi potranno tornare a galla.