A distanza di due mesi dall’ultimo voto di sfiducia, Ursula von der Leyen è tornata di nuovo nel mirino. E un nuovo voto potrebbe metterla alla prova a Strasburgo già a ottobre. La sfida, però, non arriva più dall’estrema destra dell’Afd: questa volta è la Sinistra Ue, il gruppo che raccoglie anche Sinistra Italiana ed il Movimento 5 Stelle, a puntare il dito contro la Commissione europea.
Che ha preparato una mozione di sfiducia che punta a portare al voto nella seconda plenaria di ottobre. Per presentarla però servono 72 firme e il gruppo conta 46 eurodeputati: ne mancano dunque 26.
I Verdi italiani dicono sì alla mozione di sfiducia della Sinistra Ue a Ursula
Un obiettivo non difficile da raggiungere. Ieri è arrivata l’adesione dei verdi italiani. Sul tema è intervenuto anche il capodelegazione della Lega, Paolo Borchia: “La Lega ha sempre valutato ogni singolo aspetto nel merito, indipendentemente da chi lo propone, a differenza di come fanno altri all’Eurocamera. Già a luglio avevamo espresso il nostro disappunto nei confronti dell’operato della Commissione. Anche questa volta non ci sarà nessuna preclusione da parte nostra”.
Tra i punti critici della mozione c’è l’intesa Ue-Mercosur, con le inevitabili ripercussioni sugli agricoltori, che causa diversi mal di pancia tra i leghisti.
Mercoledì Ursula alla prova dell’aula con il discorso sull’Unione
Ma prima di ottobre Ursula è attesa a un appuntamento importante. La settimana prossima si terrà a Strasburgo il suo discorso sullo State of Union. Nessuno o quasi, nei gruppi della maggioranza europeista, si dice contento dello stato di salute del Vecchio Continente: dall’intesa sui dazi firmata dalla presidente della Commissione in Scozia a Gaza, con la postura nei riguardi di Israele oggetto di crescenti critiche, passando per la questione ucraina, con l’Ue costretta a rincorrere Donald Trump e con le frizioni emerse tra la numero uno dell’esecutivo comunitario e il cancelliere Friedrich Merz sull’invio di truppe come garanzie di sicurezza per Kiev.
A luglio la mozione di sfiducia dell’eurodeputato bulgaro di Ecr Gheorge Piperea non era passata ma era stata la cartina di tornasole dei malumori trasversali per quello che viene vissuto e subito come uno stile di governo autoritario. Socialisti, Liberali e Verdi avevano rinviato l’appuntamento per la verifica a settembre quando appunto si terrà il discorso sullo stato dell’Unione e l’approvazione del bilancio pluriennale.
“La esortiamo a inviare un potente messaggio di sicurezza, solidarietà e sostenibilità, attraverso una serie di iniziative politiche esterne e interne rivoluzionarie per il 2026”, ha chiesto il gruppo dei socialisti a Ursula.