Ursula von der Leyen salvata dall’Europarlamento. La mozione di sfiducia è stata bocciata con 360 voti contrari

Ursula von der Leyen salvata dall'Europarlamento. La mozione di sfiducia è stata bocciata con 360 voti contrari

Ursula von der Leyen salvata dall’Europarlamento. La mozione di sfiducia è stata bocciata con 360 voti contrari

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha superato senza difficoltà la mozione di sfiducia presentata al Parlamento europeo dal conservatore rumeno Gheorghe Piperea. L’Aula ha respinto il testo con 360 voti contrari, 175 favorevoli e 18 astenuti, su un totale di 553 eurodeputati votanti. Per essere approvata, la mozione avrebbe dovuto raccogliere almeno 360 voti a favore e due terzi dei voti espressi, soglia ben lontana dall’essere raggiunta.

Il voto, sebbene non fosse destinato a mettere davvero in discussione la tenuta dell’attuale Commissione, ha comunque rappresentato un segnale politico nel pieno delle trattative per la composizione dei nuovi vertici Ue. Non sono mancate le tensioni tra le forze politiche europee, e in particolare nel campo conservatore. Ma, soprattutto, ha fatto emergere un crollo dei consensi per Ursula, pressoché dimezzati rispetto al momento dell’elezione.

Ursula von der Leyen salvata dall’Europarlamento. La mozione di sfiducia è stata bocciata con 360 voti contrari

In una nota congiunta, i capi delegazione di Fratelli d’Italia e di altre delegazioni della maggioranza del gruppo ECR (Conservatori e Riformisti europei) – tra cui quelle ceca, spagnola, lituana, bulgara e lettone – hanno preso le distanze dalla mozione. “Il voto odierno non è la nostra battaglia e le nostre delegazioni non hanno partecipato alla votazione”, hanno chiarito, sottolineando una spaccatura interna al fronte euroscettico.

Durissimo invece il commento del Movimento 5 Stelle, che ha votato a favore della sfiducia. In una nota, la delegazione pentastellata ha attaccato la presidente von der Leyen e accusato Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia di aver tradito la promessa di non allearsi con la sinistra: “Sono passati dal ‘mai inciuci’ a fare da stampella a Ursula von der Leyen. Che brutta fine”. Il M5S ha elencato una lunga serie di criticità dell’attuale Commissione: dal riarmo legato alla guerra in Ucraina alla gestione della crisi a Gaza, dai tagli ai fondi di coesione alle politiche ambientali, fino alla gestione dei dazi imposti dagli Stati Uniti. “Prima va a casa questa Commissione, meglio è”, ha concluso il comunicato.