Usa pronti a rialzare i tassi. E i mercati subito frenano. Nuova seduta negativa per Piazza Affari. Pesano pure il debito greco e i morti in Tunisia

L’iniezione di fiducia sulla ripresa è già finita? La nuova chiusura negativa per le Borse europee non offre una risposta rassicurante. Nell’attesa per le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve i mercati hanno segnato il passo. Solo in serata la banca centrale Usa ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita Usa e confermato i mini tassi del dollaro, ma potrebbe aumentarli tra breve e insieme ridurre il doping monetario iniziato cinque anni fa con un quantitative easing da 80 miliardi di dollari al mese.

LA FRENATA
L’incertezza su questo scenario, insieme all’andamento debole di Wall Street e il braccio di ferro sul debito greco hanno frenato gli investitori, mettendo in secondo piano anche il rialzo delle stime per l’economia mondiale da parte dell’Ocse, che ha ritoccato all’insù pure le attese sul Pil europeo. Così Milano ha perso lo 0,69%, risentendo anche il rialzo dello spread tornato al di sopra dei 110 punti. A Piazza Affari sono andate male le azioni delle banche, con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Popolare che hanno ceduto oltre il 2%. Un dato più negativo di quanto non sembri perché Intesa e Unicredit non hanno beneficiato della notizia che l’agenzia di rating Moody’s potrebbe innalzare il giudizio attualmente a Baa2. Occhi puntati anche su Telecom Italia (-3,2%) alla vigilia del Cda chiamato ad approvare il bilancio del 2014. Sono andate giù anche le azioni Finmeccanica (-2,8%), nel giorno della diffusione del numeri del bilancio 2014, archiviato con un utile in ribasso a 20 milioni dai 74 milioni del 2013. Per contro sono state gettonate le Prysmian (+3,6%), sull’ipotesi che la società stia per acquistare l’americana General Cable. Bene anche Buzzi Unicem (+1,9%), nel giorno dell’annuncio dell’offerta presentata per rilevare Sacci per 120 milioni di euro. Fca ha lasciato sul parterre il 2,8%, risentendo della debolezza del settore auto, deluso dalle indicazioni dei vertici di Bmw.

ATENE KO
Ma a pesare sui listini sono state anche le notizie sulle violenze in Tunisia, che hanno incoraggiato ordini in vendita. Effetto che però non si è visto su tutti i mercati, dato che è andata male a Francoforte (-0,48%), mentre Parigi ha chiuso in frazionale rialzo dello 0,09% e Madrid con un guadagno dello 0,2%. Tracolla invece Atene (-4,13). Sul fronte dei cambi l’euro passa di mano a 1,0636 dollari (martedì era a 1,059). Il petrolio (wti) si attesta a 42,32 dollari al barile in calo del 2,6%.