Vaccinazioni, numeri in crescita. Ieri il record di 347mila somministrazioni. Ma l’ottimismo del Governo si scontra con la campagna che va a singhiozzo

E, sempre sul fronte delle vaccinazioni, ieri sono state somministrate in Italia 347.279 dosi, secondo i dati forniti dal Commissariato all'emergenza.

Vaccinazioni, numeri in crescita. Ieri il record di 347mila somministrazioni. Ma l’ottimismo del Governo si scontra con la campagna che va a singhiozzo

Ieri la conferenza stampa congiunta del premier Mario Draghi e del ministro per la Sanità Roberto Speranza ha tinteggiato un futuro roseo: l’Italia dovrebbe riaprire dal 26 aprile con il ritorno del color limone, finora vietato dal rosso – arancio di Stato. Il 15 maggio riaprono le piscine, il 1 giugno le palestre il 1 luglio le fiere. Speranza dice: “La stagione che si apre rispetto al vaccino è completamente diversa – anche se – oggi abbiamo il limite delle dosi a disposizione”.

E se Speranza pensa al virus, Draghi invece pensa anche all’economia: “Si può guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia” ha detto il premier, quindi si tratta di “un rischio ragionato. Se i comportamenti sono osservati, non ho dubbi sulla campagna vaccinale, la probabilità che si debba tornare indietro è molto bassa, in autunno la vaccinazione sarà molto diffusa. Gli spostamenti saranno consentiti tra regioni gialle e con un pass tra regioni di colori diversi”.

Tutto molto bello, tutto abbastanza condivisibile. Però ci sono diversi punti critici che aggiungono pennellate di grigio al quadro idilliaco. Intanto l’indice Rt dopo i lockdown pasquali e l’abolizione del giallo e del bianco è attualmente allo 0.85 non troppo lontano da quel valore critico di 1 in cui la curva dei contagi diventa esponenziale e cioè non più controllabile. E poi c’è il piano vaccinale pieno di incognite e che non decolla. Siamo ben lontani dalle 500mila dosi al giorno preconizzate da Draghi e Figliuolo. Certo per colpa delle restrizioni sulle forniture dei vaccini, ma questo è un dato di fatto.

Inoltre il numero di vaccinati risente dalla credibilità che hanno i cittadini su un vaccino, AstraZeneca, su sui è stato detto tutto e il contrario di tutto ed ora anche Johnson & Johnson pare avviato sulla stessa strada, ma almeno l’azienda americana c’ha pensato da sola a fermarsi. Gli eventi avversi, ci sono, il vaccino non è sicuro. Ora è sospeso anche alle forze di Polizia e agli insegnanti, ma viene dato tranquillamente agli ultra 60 ingenerando l’idea che si tratti di una classe di cittadini di serie B su cui far confluire farmaci poco sicuri.

Il fatto poi che dal prossimo anno l’Ue intenda acquistare solo Pfizer e Moderna, cioè vaccini a m-rna, non depone bene su AstraZeneca. In queste condizioni ha senso riaprire come lo scorso anno? Non ci dimentichiamo infatti che furono proprio le folli riaperture estive a provocare la terribile seconda e poi terza ondata che misero il Paese in ginocchio, nonostante i mesi che aveva avuto per prepararsi.

E, sempre sul fronte delle vaccinazioni, ieri sono state somministrate in Italia 347.279 dosi, secondo i dati forniti dal Commissariato all’emergenza (qui il report). “Il traguardo delle 500.000 dosi giornaliere non è lontano: ieri sono state vaccinate 347.279 persone. Il Piano vaccinale funziona. Avanti tutta” ha detto in un Tweet il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè.