Vaccini ai bambini, ci tocca vincere anche questa paura. I genitori presto davanti a un bivio. Sperando di aver imparato dagli errori

Nella lotta al Covid la scienza ci ha insegnato che la contrazione dei tempi di sperimentazione del vaccino non equivale a una riduzione della sua affidabilità.

Vaccini ai bambini, ci tocca vincere anche questa paura. I genitori presto davanti a un bivio. Sperando di aver imparato dagli errori

Nella lotta al Covid la scienza ci ha insegnato che la contrazione dei tempi di sperimentazione del vaccino non equivale a una riduzione della sua affidabilità, o a un accrescimento della sua pericolosità nel produrre effetti collaterali. E a garanzia di ciò le autorità regolatorie sono chiamate a fornire la propria autorizzazione che varia di volta in volta in base alla platea di destinatari.

Biontech, dopo aver effettuato la sperimentazione del vaccino sulla fascia anagrafica compresa tra i 5 e gli 11 anni (leggi l’articolo), attende il pronunciamento della FDA per l’America e dell’Ema per l’Europa affinché sia possibile somministrare il vaccino anche ai più piccoli, poiché dagli studi svolti è emerso che l’alta capacità di immunizzazione sarebbe abbinata ad effetti collaterali lievi.

LA TRINCEA DEI NO-VAX. Nella fiduciosa attesa di tale autorizzazione in nome di una radicale lotta al Covid, sembra già di sentire il “non toccate i bambini!” di chi urlando spera di difendere i minori dalla “dittatura sanitaria” e da quel microchip che quasi certamente gli verrà inoculato sotto pelle.
Corbellerie varie, per intenderci. Io sono una mamma di una bimba che ha 8 anni, proprio l’età interessata dalla sperimentazione, e vi confesso che se e quando mia figlia farà il vaccino (se verrà autorizzato dall’ente preposto, se suo padre sarà con me d’accordo nel sottoporla alla somministrazione) io avrò paura. Paura che lei possa essere quel remoto caso in cui ci sono effetti collaterali, paura che la cosa più preziosa che ho possa subire anche un lievissimo danno. Ma io ho il dovere, in qualità di genitore e di cittadina, di dare il mio contributo nel tenere in piedi quelli che sono i due pilastri della vaccinazione ai bambini: la loro protezione individuale e la salute pubblica che li vede come formidabili vettori di contagio.

UNA SCELTA D’AMORE. E allora, per amore di mia figlia e del mondo a cui è stata consegnata, dovrei lavorare sull’irrazionalità della mia paura proprio per affidarmi all’unica ancora di salvezza: la scienza, i fatti, la ragione. I dati che ci arrivano dall’America ci dicono che da luglio sino ad oggi i bambini si sono infettati ben il 240% di volte in più e che la variante Delta può arrecare loro dei danni seri a dispetto del passato, quando la pandemia sembrava averli del tutto preservati non dal contagio, ma dalla sintomatologia. Un ruolo chiave in questo passaggio sarà quello svolto dai pediatri nell’operazione di convincimento volta alle famiglie dei bambini ma, inutile negarlo, sarà essenziale una comunicazione efficace anche da parte del governo.

INFORMIAMOCI BENE. Non possiamo immaginare che su un tema tanto delicato si possa avere una gestione delle informazioni come quella utilizzata per il caso AstraZeneca. Abbiamo l’occasione di dimostrare di aver imparato dagli errori passati. Dobbiamo aver imparato. Perché un altro errore sarebbe imperdonabile.

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