Venghino, bambini venghino alla fiera delle armi. A Hit Show salta il divieto di accesso ai minori. Le lobby godono e il buon senso piange

Venghino, bambini venghino alla fiera delle armi. Alla fiera Hit Show salta il divieto di accesso ai minori. Le lobby godono e il buon senso piange

Armi di ogni tipo (ad eccezione – e ci mancherebbe – di quelle da guerra). Dalle pistole ai fucili, dalle carabine alle armi semiautomatiche. Tutte a disposizione anche di bambini piccoli. Siamo a Hit Show (Hunting, Individual Protection and Target Sports), l’appuntamento imperdibile per tutti i tiratori  e appassionati di pallottole e armi da fuoco, che si è tenuto a Vicenza da sabato a lunedì scorso.

Sembrerebbe assurdo però è proprio così: anche i bambini, purché accompagnati, hanno potuto accedere alla manifestazione fieristica promossa dall’Ieg (Italian Exhibition Group) e mirare fucili, impugnarli, prendere la mira e mimare di sparare. Eppure, secondo quanto denunciano le associazioni pacifiste, con Piergiulio Biatta, presidente dell’Osservatorio Permanente Armi Leggere (Opal) di Brscia in testa, le promesse erano ben altre. Facciamo un passo indietro. “Da due anni Opal, Rete Disarmo e ben 26 associazioni di Vicenza (dall’Azione Cattolica alla Fiom, dall’Arciragazzi alla Commissione per la pastorale sociale, ndr) – ci dice Biatta – chiedono che i minori, pur entrando in fiera, non possano accedere alle zone dove sono esposte armi (ci sono zone dove c’è altro materiale tipo vestiti, tende, scarponi ecc., ndr)”.

Promesse infrante – Pareva che questa volta, dopo l’ennesima richiesta al comune di Vicenza (guidato dal sindaco Achille Variati, in quota Pd), le cose potessero andare per il meglio. Inizialmente, infatti, la Italian Exhibition Group aveva pubblicato un “Regolamento Visitatore” molto chiaro sull’accesso ai minori. Leggere per credere: “Si ricorda che è vietato l’ingresso ai minori di anni 14. I minori non possono accedere agli spazi espositivi se non accompagnati da un adulto. È fatto espresso divieto, in ogni caso, da parte dei minori, di maneggiare le armi esposte. Gli accompagnatori dei minori si rendono personalmente responsabili della vigilanza sugli stessi”. Cristallino. Dopodiché cosa è successo?

Semplice. A seguito delle pressioni di alcuni esponenti del mondo politico veneto e di alcune associazioni di categoria la Ieg ha modificato il regolamento e ha reintrodotto il permesso di ingresso alla manifestazione fieristica a tutti i minori purché accompagnati. Come se non bastasse, dal sito ufficiale è stato rimosso il “Regolamento Espositori” che riportava importanti informazioni sulle tipologie di armi che gli operatori possono esporre in fiera. Ed ecco che allora, sabato 4 febbraio sera, ad una settimana dall’inaugurazione dell’evento, Italian Exhibition Group pubblicava una nota sulla pagina Facebook di HIT Show in cui comunicava che il divieto di accesso ai minori di 14 anni era da attribuirsi ad “un equivoco dovuto ad uno spiacevole refuso”. Repetita iuvant: “equivoco”. Niente male.

Pressioni e lobby – Ma la partita è, a quanto pare, anche politica, come fanno notare le associazioni pacifiste, a cominciare da Rete per il Disarmo. Non solo, come detto, il regolamento è di fatto cambiato dopo le pressioni, ad esempio, del consigliere regionale del Veneto, Sergio Berlato (Fratelli d’Italia), ma la questione coinvolge anche altri schieramenti, in perfetta ottica bipartisan. Non bisogna infatti dimenticare un particolare non da poco: la Italian Exibition Group è l’ente proprietario della Fiera di Vicenza (che si è associata con quella di Rimini dando vita al suddetto Group) e, soprattutto, è partecipata da Comune di Vicenza, Provincia di Vicenza e Regione Emilia Romagna. Tutti enti a marca Pd che, inspiegabilmente, hanno lasciato spazio al dietrofront di Ieg senza batter ciglio.

Eppure ci sarebbe da interrogarsi sull’anomalia di Hit Show nel panorama comunitario europeo. “Nei fatti – spiega Biatta – Hit Show è l’unica manifestazione fieristica nei paesi dell’Unione Europea in cui vengono esposti tutti i tipi di armi (per la difesa personale, per il tiro sportivo, per le attività venatorie, per collezionismo, repliche di armi antiche, tranne quelle propriamente definite ‘da guerra’, ndr) e nella quale è consentito l’accesso ai minori”. Nell’Ue non c’è un divieto di legge sull’ingresso ai minori ma, ad esempio, la maggiore manifestazione di questo tipo, “IWA Outdoor Classic” di Norimberga, è riservata ai soli “operatori di settore” (non per cacciatori o sportivi) e vieta espressamente l’ingresso ai minori. Ecco perché, concludono le associazioni, “quanto è accaduto nei giorni scorsi conferma, purtroppo, i nostri timori già espressi pubblicamente due anni fa: in assenza di un’approfondita riflessione culturale e, soprattutto, di una precisa regolamentazione dell’evento fieristico, Hit Show si sta rendendo protagonista di un’operazione ideologico-culturale e, stando agli ultimi sviluppi, persino politica che è in atto nel nostro paese per incentivare la diffusione delle armi in Italia”.

E, anche se la fiera ostenta i numeri del successo – buyers da 14 paesi e quasi 40mila visitatori – le associazioni non si danno per vinte. “Hit show è una fiera nazionale – conclude Biatta – e il gruppo promotore è partecipato da diversi enti pubblici: considerata l’arrendevolezza che IEG ha mostrato a fronte delle proteste di alcuni esponenti del mondo politico locale sulla questione dell’accesso ai minori, sarà importate sollevare la questione del regolamento di HIT Show anche nelle sedi pubbliche appropriate”. Ne sentiremo parlare ancora, c’è da scommetterci.

Tw: @CarmineGazzanni