Verso il Grande Fratello dell’Rc Auto

di Danilo De Luca

In Italia accade che da quasi vent’anni le assicurazioni auto registrino aumenti incontrastabili e si attestino come le più care dell’intera Unione Europea. Accade che la liberalizzazione del mercato assicurativo, che avrebbe dovuto incentivare alla concorrenza e sostenere gli automobilisti nelle proprie scelte, si riveli un buco nell’acqua e un provvedimento incapace di porre un freno agli aumenti. Accade, poi, che il web diventi l’unica soluzione capace di dare un vero contributo ai risparmiatori, permettendo loro di porre le assicurazioni auto migliori a confronto e di selezionare la più vantaggiosa, sostituendosi a un Governo silente e incapace di dare risposte sensate e realmente impattanti per le richieste di aiuto dei risparmiatori. La nuova riforma Rc auto, conosciuta come ddl Carrozzieri e sostenuta dall’Associazione Nazionale Carrozzieri, è ora al vaglio della Camera dei Deputati, e presenta una serie di modifiche all’attuale sistema assicurativo nazionale che, tra critiche e approvazioni, ha già portato a inevitabili e accesissimi dibattiti. L’esigenza primaria del Disegno di Legge è quella di affrontare con maggior risolutezza la questione frodi, che in Italia rappresenta la prima causa dei rincari i quali hanno segnato un +27,9% nell’ultimo decennio. Parallelamente, la riforma Rc auto, che ha come prima firmataria l’onorevole Sara Moretto delle fila del Pd, fornirà agli automobilisti e ai motociclisti del Bel Paese alcune risorse per abbattere i costo delle polizze.

Bello, bellissimo, fantastico. Forse troppo. E infatti l’inghippo c’è. I guidatori italiani potranno effettivamente tagliare le spese delle polizze, ma solo se sono disposti ad accettare determinate condizioni che riguardano aspetti legali, tecnici ed economici. Maggiori controlli. Qualcuno ha parlato addirittura di “Grande Fratello dell’Rc auto”. Le compagnie potranno – facoltativamente – chiedere al contraente della polizza di revisionare la propria auto; se quest’ultimo dovesse accettare la richiesta, e solo in quel caso, allora potrà giovare di un decurtamento sul costo. Ok, fin qui è assolutamente lecito, ma il Big Brother delle quattro ruote è un altro e si chiama, ormai è risaputo, black box, o scatola nera per i meno inclini al gergo anglofono. Lo strumento sarà installabile anche sui mezzi a due ruote e permetterà di monitorare il veicolo. Qui il discorso si fa un po’ più delicato e la tematica del diritto alla privacy, da sempre scottante e delicatissima, torna in auge a spaccare a metà l’opinione pubblica. Il marchingegno permette di ricostruire le dinamiche dei sinistri, abbattendo le truffe e andando incontro ai guidatori virtuosi, ma impone una vigilanza totale che non tutti sono disposti a barattare con uno sconto sull’assicurazione.

E poi c’è la questione risarcimento. Fino ad oggi funziona così: il danneggiato chiede il rimborso alla compagnia e quest’ultima si rivale sul responsabile del sinistro, si chiama risarcimento diretto. La riforma Rc auto in corso di valutazione blocca tale sistema. Se il ddl diventerà legge, il danneggiato avrà l’obbligo di riparare la vettura entro 60 giorni, pena una segnalazione al dipartimento del Ministero dei Trasporti. Almeno, però, l’incidentato sarà libero di scegliere a chi rivolgersi per la riparazione; è stata, infatti, spazzata via l’ombra delle carrozzerie convenzionate con le case assicuratrici, il vero nodo che aveva acceso e fomentato le proteste dei carrozzieri. È vero che la calamità frodi e truffe è innervata nel sistema italiano da sempre e che la questione richieda un approccio deciso. È vero anche, però, che imporre una stretta così pressante sul collo dei guidatori onesti risulta essere, perlomeno, una scelta sindacabile e, forse, poco corretta nei confronti di chi, da anni, paga polizze sempre più care senza mai violare il codice della strada.