Via libera dal Campidoglio al taglia-debito. Sarà ripianato dallo Stato il buco da 1,4 miliardi della Rome City

C’è da non crederci eppure è successo. Ieri, nel silenzio generale dei media, l’Assemblea capitolina ha approvato il Salva Roma. Può sembrare un provvedimento come tanti ma si tratta di una boccata d’ossigeno per i conti della Capitale che di eterno sembra avere solo i conti in rosso. Questo almeno fino all’arrivo della sindaca Virginia Raggi che, sin dal suo insediamento e dopo aver preso visione del reale stato del bilancio comunale, ha combattuto per cercare di migliorare la situazione chiedendo anche aiuto al Governo.

Il provvedimento, già votato dal Parlamento, ieri è arrivato in aula Giulio Cesare dov’è passato con ben 24 voti a favore e un solo astenuto. Una convergenza tra tutte le forze politiche del Campidoglio a dir poco rara e che deve far riflettere sull’importanza del provvedimento con cui, senza tirarla per le lunghe, lo Stato, in particolare il Mef, si prende in carico la bellezza di 1,4 miliardi di debito. Si tratta del prestito obbligazionario Rome City, con scadenza il 27 gennaio 2048, emesso dal Campidoglio dodici anni fa per finanziare le sue attività a un tasso del 5,35 per cento.

Un valore ben maggiore di quello che si può trovare oggigiorno sui mercati. Il provvedimento, su cui c’era stata ampia convergenza tra le diverse forze politiche parlamentari è stato più volte sul punto di saltare. Ad avversarlo, infatti, è stato soprattutto il leader del Carroccio, Matteo Salvini, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno, che prima lo aveva appoggiato e dopo aveva cambiato idea diventandone un feroce oppositore.