Vigilanza Rai, ottava fumata nera sulla presidenza. La presidente Floridia: “Potrei chiuderli in Conclave”

La Vigilanza Rai ostaggio delle destre. L'opposizione invoca l'intervento dei presidenti di Camera e Senato. E pensa di chiamare Mattarella

Vigilanza Rai, ottava fumata nera sulla presidenza. La presidente Floridia: “Potrei chiuderli in Conclave”

È più facile e veloce eleggere il nuovo Papa, che scegliere il presidente della Rai… Ne sa qualcosa la presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia, che ieri ha lanciato l’ennesimo allarme per lo stallo prolungato che da mesi paralizza un organo di garanzia, come non era mai successo nella storia.

L’ottava fumata nera

“Oggi c’è stata l’ottava fumata nera” ha detto Floridia sulla mancata votazione di ieri mattina per il presidente Rai, a “Un giorno da pecora”, “Oggi sono venuti i rappresentanti di tutti i gruppi ma mancava il numero legale. Non è un grande passo avanti”.

Circa alla candidatura di Simona Agnes, nome proposto dal Mef, che non riesce a raccogliere i voti necessari tra le opposizioni, Floridia ha chiarito: “Non abbiamo nulla contro Agnes, ma la maggioranza ha imposto un nome senza condividerlo”. La senatrice M5S ha poi ricordato che lo stallo “va avanti da settembre, sono passati 226 giorni”.

Pronti a invocare Mattarella

Per risolvere la situazione “potrei chiuderli dentro la commissione e fare un conclave per la Rai”, ha quindi scherzato Floridia. La presidente ha anche annunciato di essere pronta a rivolgersi al capo dello Stato per sbloccare l’impasse, ma prima ha precisato “ci siamo rivolti ai presidenti di Camera e Senato”.

Floridia ha anche auspicato un passo avanti sulla riforma della Rai, arenata in Commissione al Senato: “Si potrebbe discutere sulla riforma entro agosto e poi provare a fare dei passi avanti sul presidente – ha affermato -. Entro agosto saremo in infrazione europea”.

Quanto al Cda, ha detto: “in questo momento c’è un presidente facente funzione. Il cda è operativo, ma la Commissione di Vigilanza è bloccata anche per l’attività ordinaria e questo è grave perché la commissione non vigila solo, ma dà anche un indirizzo”.

Opposizioni compatte nel denunciare lo scandalo Vigilanza

Non solo la presidente, ieri tutte le opposizioni hanno protestato per il blocco della Vigilanza alla Camera, chiedendo ai presidenti di Camera e Senato un intervento diretto. “Stamattina”, ha detto il Pd Stefano Graziano, “alla Commissione di Vigilanza Rai, per l’ottava volta, la maggioranza non viene. Non c’è. Fa auto-ostruzionismo. Non consente di votare. Chiedo di sollecitare il presidente della Camera e abbiamo noi scritto, come opposizioni, ai presidenti di Camera e Senato: non si può tenere in ostaggio una Commissione di Vigilanza sul sistema informativo del Paese, perché questo significa un ricatto politico, ma soprattutto perché si scivola verso forme di autocrazia che non hanno nulla a che vedere con Paesi democratici e civili”.

Alla richiesta si sono poi aggiunti Gaetano Amato del M5s, Italia Viva e Avs. “Ancora una volta chiediamo un intervento autorevole del presidente della Camera che non può far finta di non sapere, di non conoscere e di non intervenire su una situazione che ormai è diventata veramente di una gravità che non ha precedenti nel nostro sistema”, ha commentato Maria Elena Boschi.

Vogliono lasciare mano libera a Rossi

“La Rai è senza governance da mesi. La maggioranza è divisa e non riesce a mettersi d’accordo e, per nascondere queste divisioni, diserta la Vigilanza”, ha attaccato il capogruppo Avs al Senato, Peppe De Cristofaro, “Un Cda spaccato non può governare la più grande azienda di comunicazione del Paese”.

“In questo modo”, conclude De Cristofaro, “la destra impedisce il lavoro di una commissione di indirizzo, Vigilanza e controllo guidata dall’opposizione in un momento delicato come quello dell’avvio della campagna referendaria. Ma anche un modo per lasciare mano libera al nuovo amministratore delegato Giampaolo Rossi che, infatti, va avanti spedito nell’occupazione sistematica delle poltrone in Rai per conto dell’azionista di maggioranza, che non è il pubblico o la qualità dell’informazione, ma la destra meloniana”.