Volano gli stracci sul Catasto. La riforma passa per un solo voto. Ma ora la battaglia si sposta in Aula

La battaglia sulla riforma del catasto ora si sposta in Aula dove centrodestra proverà a ripresentare gli emendamenti.

La maggioranza si spacca (e si fa male) sulla riforma del catasto. Che alla fine si salva per il rotto della cuffia. Viene bocciato l’emendamento soppressivo della riforma presentato dal centrodestra in commissione Finanze alla Camera. Forza Italia, Lega e Coraggio Italia votano con Fratelli d’Italia a favore della proposta di soppressione. I voti contrari sono 22, i favorevoli 23. Decisivo il voto di Noi con l’Italia che si schiera con l’ex fronte giallorosso.

Sulla riforma del catasto il centrodestra ha deciso di andare al muro contro muro con il premier Draghi

Il centrodestra decide di andare al muro contro muro con il premier Mario Draghi che ha fatto sapere in tutte le salse che la delega fiscale, che include la contestata mappatura degli immobili, è punto dirimente della sua agenda. Dopo l’aut aut che il premier il giorno prima aveva affidato alla sottosegretaria Maria Cecilia Guerra di Leu (“O si vota il catasto o l’esperienza di Governo può considerarsi conclusa”) ieri ci sono state numerose riunioni a Palazzo Chigi e in Parlamento per tentare una mediazione.

Il centrodestra ha provato a riformulare il suo emendamento all’articolo 6 che chiedeva lo stralcio della riforma del catasto. La proposta di mediazione si concentra sugli immobili fantasma. E stabilisce che “le informazioni rilevate” nella mappatura degli immobili “non sono utilizzate né per finalità fiscali né per il computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente, né in ogni caso per incrementare il gettito fiscale totale, fatta salva l’emersione di base imponibile per effetto delle attività di accertamento ed emersione”.

Ma non c’è più traccia dei nuovi criteri da affiancare agli attuali per avvicinare le rendite catastali ai valori di mercato. Dunque la proposta viene considerata da Palazzo Chigi irricevibile. Le dichiarazioni di Lega e Forza Italia a fine serata sanno tanto di guerra. “Con i costi dell’energia alle stelle e l’inflazione ai massimi storici, in un momento di grande preoccupazione per la guerra alle porte e con il Covid che ancora fa paura, la sinistra impone al governo di aumentare le tasse sulla casa. Non abbiamo parole”, riferiscono fonti di Lega e Forza Italia.

E Il Carroccio minaccia d’ora in poi “mani libere” su tutte le proposte che le vanno a genio. Un “esterrefatto” Matteo Salvini chiede un appuntamento a Draghi. Il premier nel pomeriggio di ieri ha sentito pure il leader azzurro ma Silvio Berlusconi ha tenuto il punto: “Giù le mani dalla casa”. Ma c’è chi si è smarcato dal suo grande capo. Il ministro della Pa, Renato Brunetta, draghiano di ferro, reputa “incomprensibile” il voto dei suoi colleghi. Gli ex giallorossi stigmatizzano il comportamento delle destre.

Iv si chiede se Lega, FI e Coraggio Italia, facciano ancora parte del Governo. “Il centrodestra ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Sono senza parole”, dichiara dal Pd, Enrico Letta. Sul catasto “non era opportuna” una battaglia. “Rispetto al caro bollette e caro benzina, penso che mettersi a discutere e a rischiare di spaccare la maggioranza non ha proprio senso.

Il M5S non consentirà assolutamente che ci sarà una sovrattassa su edifici e immobili. Ma siamo anche realistici, si tratta di riformare anche questo settore della PA. Negli uffici del catasto ci sono piantine del 900”, dichiara il leader del M5S, Giuseppe Conte. Ma la guerra non è finita. La battaglia ora si sposta in Aula. Il centrodestra proverà a ripresentare gli emendamenti e chiederà all’esecutivo di non mettere la fiducia sulla legge delega. Ma su quest’ultimo punto la parola spetta a Draghi.