Volare sui crediti delle banche. Ecco a cosa punta davvero il fondo americano Cerberus che vuole Alitalia

Il fondo americano Cerberus esce allo scoperto e annuncia un’offerta per rilevare tutta l’Alitalia. Ecco cosa c'è dietro l'operazione

di Stefano Sansonetti

Si scrive Alitalia, ma si dovrebbe leggere il grande business dei crediti deteriorati delle banche. Che il fondo americano Cerberus, 40 miliardi di dollari di asset gestiti nel mondo, ronzi da tempi intorno all’ex compagnia di bandiera è noto da tempo. Certo, stavolta è sceso in campo con maggiore incisività, facendo intendere che, a determinate condizioni, può candidarsi a rilevare tutta Alitalia (evitando il famigerato spezzatino). Ma il sospetto è che dietro al presunto interesse per il traballante vettore si celi un altro obiettivo, quello a cui il fondo a stelle e strisce punta veramente. Per capire meglio può essere utile recuperare un report predisposto qualche mese fa dal colosso della consulenza Ernst&Young, dall’eloquente titolo “Navigare nelle opportunità italiane del credito”.

Il dossier – In esso si riassumono le principali operazioni in Italia di acquisto di Npl (non performing loans), ovvero i famosi crediti cattivi delle banche, da parte di vari operatori nel biennio 2015-2016. Ebbene, viene fuori che Cerberus è stato tra i più attivi. Nei primi mesi del 2016, in compagnia di Algebris, ha rilevato 450 milioni di Npl della banca Bper. Nel 2015 ne ha rilevati per 455 milioni da Unicredit (in due distinte operazioni) e per 1,3 miliardi di euro dal Monte dei Paschi,  in quest’ultimo caso in cordata con Banca Ifis. Di più, perché proprio in questo periodo Cerberus viene dato in ballo in altre due maxicessioni di crediti deteriorati. Una è il cosiddetto “Progetto Firenze”, con cui sempre Unicredit ha intenzione di cedere Npl per 1 miliardo di euro (portafoglio misto ipotecario e chirografario); l’altra è il “Progetto Rossini”, che in queste settimane vede in vendita 1 miliardo di Npl sui 10,3 complessivi lasciati in eredità dalle quattro banche sottoposte a risoluzione (Etruria, Banca Marche, Carife, CariChieti). In entrambe le operazione sta provando a inserirsi anche Cerberus. Il quale, dopo il perfezionamento degli acquisti nel biennio 2015-2016, nel maggio del 2017 ha tentato di rilevare circa 2 miliardi di crediti cattivi messi in palio da Intesa Sanpaolo. Attenzione ai nomi.

Il dettaglio – Se è vero che Cerberus è interessatissimo a tutte le prospettive di guadagno sugli Npl, è altrettanto vero che finora ha completato accordi soprattutto con Unicredit, cercando sbocchi simili anche con Intesa. E Unicredit e Intesa, guarda caso, sono anche i maggiori creditori di Alitalia. Ecco allora che il blitz sulla disastrata ex compagnia di bandiera potrebbe essere un modo per puntare al bottino grosso degli Npl bancari, complici interlocutori comuni a entrambe le partite. Solo le prossime settimane potranno dire che piega prenderà la vicenda. Ma nella strategia seguita da Cerberus, nella partita del crediti deteriorati bancari, non vanno trascurate le alleanze sin qui strette. Come detto alcune operazioni di acquisto sono state condotte in porto con Algebris, il fondo londinese del renzianissimo Davide Serra, altre con Banca Ifis, che fa capo a Sebastien von Furstenberg, uno dei rampolli di casa Agnelli. Insomma, il fondo Usa ormai in Italia ha tessuto una rete di contatti e collaborazioni. Per questo Alitalia, lungi dall’essere un obiettivo reale, potrebbe essere uno strumento.

Twitter: @SSansonetti