di Giuseppe Cantore
Una richiesta pesante: dieci anni di reclusione. È quella formulata dall’accusa nel processo che vede imputato a Catania, per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. “Voglio rendere conto di tutto quello che ho fatto per cui se dovessi essere ritenuto colpevole di reato elettorale pagherò, non avvalendomi della prescrizione”. L’ex governatore ha motivato così la decisione di rinunciare alla prescrizione del reato elettorale. “Io reati elettorali non ne ho commessi né tanto meno ho favorito direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente, la mafia”. Lombardo annuncia di voler fare una lunga dichiarazione durante le prossime udienze, anche contro la volontà degli avvocati che gli sconsigliano di parlare. Il commento dell’avvocato Alessandro Benedetti non si sofferma tanto sul numero degli anni richiesti dall’accusa, quanto sull’elemento fondante dell’accusa: “Questo è il punto, il giudice deve dire se Raffaele Lombardo è stato un politico mafioso, non è questione di anni di carcere richiesti – prosegue il legale dell’ex presidente. La prossima data è fissata per il 14 ottobre. E’ stato il procuratore Giovanni Salvi – secondo Siciliainformazioni – al termine della requisitoria in cui si sono alternati i magistrati che hanno seguito l’indagine a carico del politico catanese, a formulare la richiesta al giudice Marina Rizza che giudicherà Lombardo con il rito abbreviato. “Le motivazioni della richiesta di condanna a 10 anni le abbiamo rappresentate in tante udienze e sono molto complesse – ha detto Salvi -. Noi abbiamo ritenuto che vi siano elementi solidi che possono confermare la responsabilità dell’onorevole Lombardo, per un periodo di circa 10 anni fino al 2009. Questa è la nostra ricostruzione sulla quale abbiamo fondato la richiesta della pena oltre a quelle accessorie. Certamente è una richiesta pesante di condanna che si basa sulla nuova normativa in vigore proprio nel 2008″.
Rito abbreviato
Si celebra col giudizio abbreviato condizionato dal 30 ottobre dello scorso anno, davanti al Gup Rizza, è nato da uno stralcio dell’indagine “Iblis” dei carabinieri del Ros di Catania su presunti rapporti tra Cosa nostra, politica e imprenditori. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia era sfociata con un processo per reato elettorale davanti al giudice monocratico per Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo, allora deputato nazionale del Mpa. La Procura ha poi presentato una richiesta di archiviazione per concorso esterno all’associazione mafiosa per i fratelli Lombardo, che il Gip Luigi Barone, in camera di consiglio, ha rigettato disponendo l’imputazione coatta. Intanto i pm hanno contestato l’aggravante mafiosa per il reato elettorale, per voti di scambio che, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto da ambienti criminali, atto che ha di fatto concluso il processo davanti al giudice monocratico. Così le accuse dei due fascicoli sono confluite in un unico procedimento davanti al Gip Marina Rizza, che deve ancora decidere sul rinvio a giudizio di Angelo Lombardo. i due procedimenti stanno scorrendo in “parallelo” ed è prevedibile che le due sentenze arrivino in contemporanea.
Quella maledizione che inguaia i governatori
Sedere sulla poltrona di presidente di regione porta male. Esiste una sorta di maledizione che colpisce i governatori. È accaduto nel Lazio a Francesco Storace nel 2005 in piena campagna elettorale con il Laziogate. Nel 2009 fu la volta di Marrazzo e dell’inchiesta trans. E nel 2012 fu travolta anche Renata Polverini con lo scandalo Fiorito e i fondi assegnati ai gruppi. Ma la maledizione si è abbattuta anche in Sicilia: Salvatore Cuffaro, ex governatore dal 2001 al 2008, è stato condannato definitivamente a sette anni di reclusione. Il 24 aprile 2013 si è dimesso il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo a seguito dell’inchiesta sui rimborsi illecitamente percepiti da assessori e consiglieri. Al Nord le cose non sono andate meglio. Per Roberto Formigoni, presidente della Lombardia è stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Maugeri. L’ultimo della lista è Raffaele Lombardo.