Quella appena trascorsa è stata una notte di vero e proprio terrore a Kiev. Dopo settimane di relativa calma, complici le notizie dal fronte che vedono l’esercito ucraino letteralmente allo stremo, la capitale dell’ex repubblica sovietica è stata colpita da un attacco russo imponente e spietato con centinaia di missili e droni che hanno svegliato la città con boati ed esplosioni che hanno squarciato il silenzio nel cuore d’Europa.
Si è trattato di un’azione brutale con le autorità ucraine che hanno contato almeno 6 morti e 35 feriti, sparsi nei nove quartieri che sono stati duramente colpiti e messi a ferro e fuoco. Secondo quanto dichiarato dal capo dell’amministrazione militare di Kiev, Tymur Tkachenko, il raid russo ha danneggiato almeno 30 palazzi residenziali, causando numerose interruzioni dei riscaldamenti e dell’elettricità in numerose zone della città. Insomma come non si vedeva da tempo, le strade di Kiev sono state invase da cittadini terrorizzati e ormai allo stremo che chiedono a gran voce di mettere fine a questa insensata guerra.
Zelensky trema: “Attacco senza precedenti, il mondo deve agire”
Il problema è che nessuno sembra volere davvero una tregua. Il presidente Volodymyr Zelensky, dopo questo ingente blitz, non ha risparmiato parole dure contro quello che ha definito “un attacco deliberatamente calcolato per causare il massimo danno a persone e infrastrutture civili”. Secondo il leader ucraino, la Russia avrebbe usato “circa 430 droni e 18 missili, compresi quelli balistici e aerobalistici” per colpire Kiev e altre regioni, tra cui quella di Kharkiv e quella di Odessa. Proprio davanti a questa brutale ondata di attacchi russi, Zelensky sembra vedere sempre più vicina la sconfitta dell’Ucraina.
Malgrado ciò, anziché rilanciare il processo di pace, il leader di Kiev ha preferito chiedere agli alleati altre armi, in particolare per “rafforzare la difesa aerea” che ormai fatica a contenere i missili e i droni russi. Ma non è tutto. Zelensky si è anche lamentato con l’Unione europea e gli Stati Uniti che starebbero facendo troppo poco sia sotto il profilo delle forniture militari, sia sotto il profilo diplomatico dove, secondo lui, dovrebbero alzare la voce con Vladimir Putin così da porre fine una volta per tutte a questa guerra.
A commentare l’attacco contro Kiev è stata anche la premier Yulia Svyrydenko che ha definito la notte come una “raffica senza precedenti” per la quale, proprio come fatto dal presidente ucraino, ha esortato i leader dell’occidente “a prendere decisioni realmente incisive” a partire dal “congelamento dei beni russi” grazie al quale finanziare la resistenza ucraina.
Moscova replica: “Obiettivi militari ed energetici, Ucraina responsabile”
Dal canto suo il ministero della Difesa russo ha risposto alle accuse con parole che suonano come una smentita poco credibile, dichiarando che l’attacco della notte era diretto esclusivamente contro infrastrutture militari e impianti energetici ucraini, necessari al funzionamento del Paese. Peccato che a smentire i funzionari russi sono le immagini e i video di questa notte che mostrano l’ingente attacco, mostrando la distruzione di diversi edifici residenziali.
Ma non è tutto. Il Cremlino ha poi giustificato i raid come “la risposta” a presunti attacchi terroristici progettati dell’Ucraina sul territorio russo e che i servizi segreti del Fsb avrebbero sventato. Parole che non hanno di certo convinto l’Unione Europea secondo cui questi raid sono “esempi chiari che dimostrano come la Russia non sia interessata alla pace”, sottolineando che gli attacchi indiscriminati contro civili e infrastrutture non hanno alcun senso militare se non quello di creare terrore e distruzione.
L’offensiva russa accelera
Così mentre la città di Kiev si riprende a fatica dai bombardamenti notturni, sul campo di battaglia le cose non vanno di certo meglio. Infatti al fronte la situazione per l’Ucraina si fa sempre più complicata, con numerose voci di diserzioni e indiscrezioni – provenienti dalla stampa russa e quindi tutte da dimostrare – su presunte rese di gruppi di soldati ucraini. Ma al di là della propaganda, la realtà è che il conflitto sembra ormai a senso unico con la Russia che va all’attacco e l’Ucraina che fatica perfino a rallentarne l’avanzata.
Che le cose stiano così lo si capisce anche dalle parole del ministero della Difesa russo che ha rivendicato la conquista di Orestopol, nel Dnipropetrovsk, e che ritiene ormai prossima la caduta di Pokrovsk. Malgrado le evidenti difficoltà, l’esercito ucraino ha provato a rispondere colpo su colpo, lanciando un attacco di droni che ha seriamente danneggiato un terminal petrolifero russo sul Mar Nero, a Novorossiysk, e distruggengo pure un deposito di petrolio nel complesso di Sheskharis.