Zonin parla con i magistrati. Boom di transazioni a Vicenza: il 65% degli azionisti si accorda con la banca

L’ex presidente dell’istituto, Gianni Zonin ha risposto per 5 ore alle domande dei pm che conducono le indagini sulla crisi della Popolare di Vicenza

Un gran numero di investitori rimasti fregati e una strana campagna di stampa palesemente a senso unico l’hanno disegnato come un mostro; il colpevole senza appello di un disegno criminale che ha fatto perdere un mucchio di soldi a 118mila piccoli e grandi azionisti della Banca Popolare di Vicenza. L’ex presidente dell’istituto, Gianni Zonin ieri ha invece risposto per cinque ore alle domande dei pubblici ministeri Luigi Salvadori e Gianni Pipischi che conducono le indagini sulla crisi dell’istituto di credito berico. Il crac ha bruciato una cifra vicina ai cinque miliardi ma ad oggi non sono ancora emerse responsabilità di Zonin diverse dall’aver spinto i soci e i debitori della banca a comprare le azioni dell’istituto per la sola finalità di sorreggerlo. L’aggravarsi della situazione negli ultimi tempi avrebbe di certo obbligato a fornire ben altre comunicazioni al mercato, ma il solo fatto che per Zonin non sia stato mai chiesto l’arresto la dice lunga su una vicenda non diversa da tante altre dove i processi sono spesso celebrati in via preventiva da servili impiegati di editori opachi o emissari di chissà quali poteri, travestiti da giornalisti. Il banchiere che per 19 anni è stato potente come un doge veneziano ieri invece ha raggiunto la caserma della Guardia di Finanza di Vicenza in contrada Santa Caterina, accompagnato dall’avvocato Enrico Ambrosetti e a quanto si è appreso non ha opposto ai magistrati lo stesso silenzio degli altri indagati, tra cui l’ex direttore generale Samuele Sorato. Intanto la Popolare vicentina ha prorogato fino a martedì prossimo alle 13.30 il termine per aderire all’offerta di transazione proposta ai soci in cambio della rinuncia alle richieste di risarcimento.

Agenzie non stop – L’istituto ha stabilito di posticipare la scadenza in considerazione del crescente numero di accordi sottoscritti negli ultimi giorni e dell’elevato flusso di azionisti che si stanno presentando nelle filiali del gruppo per sottoscrivere la transazione. Per questo da oggi e fino alla conclusione dell’offerta le filiali del gruppo resteranno persino aperte nei giorni lavorativi fino alle 18.45 e sabato dalle 9 alle 13. A oggi hanno aderito all’offerta 63.300 soci, pari al 65% delle azioni se si calcolano i soci irreperibili o esclusi dalla transazione. Siamo invece a quota 62% per le transazioni chieste dagli azionisti di Veneto Banca, l’altro istituto caduto nonostante qui non vi fosse al timone Zonin.