Aiutini di Governo nella manovra. A De Luca il governo della Sanità campana: ma Don Vincenzo non ha i titoli

De Luca potrà fare il commissario alla Sanità. Tutto grazie a un emendamento approvato dalla commissione Bilancio della Camera

È andata come previsto. Alla fine il “regalo” è arrivato e il governatore della Campania Vincenzo De Luca, da giorni nell’occhio del ciclone dopo gli attacchi alla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi e l’audio diffuso dal Fatto Quotidiano, potrà fare il commissario alla Sanità in Campania. Tutto grazie a un emendamento approvato dalla commissione Bilancio della Camera (18 voti favorevoli, 12 contrari e un astenuto), nella quale è in corso l’esame della manovra. La proposta di modifica, di cui è prima firmataria il segretario regionale del Pd in Campania, Assunta Tartaglione, prevede in sostanza che anche i presidenti di Regione possano ricoprire l’incarico di commissari alla sanità quando si verifica un percorso di rientro dai conti in rosso. Cosa fino a questo momento vietata da una legge, la numero 190 del 2014. Secondo la quale “la nomina a commissario ad acta per la predisposizione, l’adozione o l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario” è “incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento”. Poco importa, comunque.

L’escamotage – Grazie a questo emendamento la norma viene bypassata e tanti cari saluti. Certo come forma di “tutela”, diciamo così, sono state previste verifiche ogni sei mesi da parte del tavolo di monitoraggio dei piani di rientro e del comitato Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ma in tutta questa vicenda il vero problema è un altro. La legge 190 dice infatti che “il commissario deve possedere un curriculum che evidenzi qualificate e comprovate professionalità ed esperienza di gestione sanitaria anche in base ai risultati in precedenza conseguiti”. L’esperienza dell’ex sindaco-sceriffo in materia sanitaria? È praticamente pari a zero: se si cerca in rete il suo curriculum vitae si scopre infatti che De Luca ha una laurea in Filosofia conseguita all’Università di Salerno. Cosa c’entra la filosofia con la sanità? Vai a saperlo. E anche quando, dal 2001 al 2008, il governatore campano è stato deputato, non si è mai seduto in commissione Sanità. Sempre nel curriculum si ricordano i trascorsi nella commissione Bicamerale per l’emergenza rifiuti, in quella Trasporti, Telecomunicazioni e Agricoltura. Non solo. L’unico incarico di Governo che De Luca ha ricoperto (con Enrico Letta) è stato quello di sottosegretario ai Trasporti. Un po’ poco, insomma.

Tutto a posto – Eppure nonostante le proteste delle opposizioni, che hanno bollato l’emendamento Tartaglione come “una marchetta” (copyright del Movimento 5 Stelle) e un “delitto politico” (il sindaco di Napoli Luigi de Magistris), l’esecutivo non si è minimamente scomposto. “L’importante – ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti – è che qualsiasi intervento sia nella logica di accelerare il risanamento delle sanità regionali”. Sarà. E anche altri governatori di fede Pd gli sono andati appresso. “Ho condiviso e condivido totalmente la compatibilità fra il ruolo politico e quello commissariale, soprattutto per la sanità”, ha spiegato ad esempio il presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura. Del resto, si sa, mancano solo nove giorni al referendum.

Twitter: @GiorgioVelardi