Ricche mance ai combattenti

di Stefano Sansonetti

Un passano mai di moda. Nonostante le sbandierate esigenze di contenimento della spesa pubblica, con incredibile viavai di commissari alla spending review, le mance dei ministeri non sembrano conoscere sosta. E così, proprio mentre la manovra appena approvata porta in dote per l’ennesima volta nuove tasse a carico dei cittadini, i dicasteri fanno piovere regali di ogni sorta per tutta una serie di enti e associazioni. Ultimo in ordine di tempo è stato il ministero dell’interno, guidato da Angelino Alfano, che è riuscito a trovare nel suo bilancio circa 2 milioni di euro da elargire a tre associazioni combattentistiche. Per capire di cosa si tratta basta andare a vedere i singoli finanziamenti. Ne viene fuori, per esempio, che la cifra di 1 milione e 476 mila euro è stata appena destinata dal Viminale all’Associazione nazionale vittime civili di guerra. Si tratta di un ente nato nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, per assistere appunto le vittime civili del conflitto. Nel frattempo, però, sono passati 70 anni. E la stessa associazione, sul sito internet, fa capire che un po’ si è dovuta aggiornare, rendendosi attiva “nella promozione della cultura della pace attraverso la valorizzazione del ricordo dei Caduti e il rafforzamento della solidarietà nei confronti di tutti i civili colpiti dalle vicende belliche”. A tal proposito si fa riferimento ai conflitti oggi esistenti nel mondo. Situazione che, per fortuna, risparmia l’Italia. Da qui la domanda: ha ancora senso ricevere così tanti soldi dopo la bellezza di 70 anni dalla fine della guerra?

La lista
Il dettaglio del finanziamento, a valere sul 2013, viene fuori da un decreto firmato da Alfano, di concerto con il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, e trasmesso alla commissione affari costituzionali di Montecitorio lo scorso 10 dicembre. Dal pacchetto di finanziamenti vengono fuori altri 227 mila euro a beneficio dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti. Nata nel 1946, ebbe come prima guida Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea costituente. Ancora, 189 mila euro sono stati assegnati all’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti. Sia chiaro: nessuno vuole mettere in discussione i valori propugnati e l’importanza storica assunta 70 anni fa da questi organismi. C’è solo da chiedersi se sia opportuno, in un momento di estrema difficoltà per le casse pubbliche, che milioni di euro continuino a essere distribuiti in questo modo.

Soldi pure ai reduci garibaldini
Anche perché il Viminale non è l’unico ministero ad assegnare mance e mancette ad associazioni combattentistiche. All’inizio del 2013, per dire, l’allora ministro della Difesa Giampaolo Di Paola firmò un decreto con cui, a valere sul 2012, si distribuivano 674 mila euro a 16 enti. Il mandato effettivo di pagamento, però, risale allo scorso 9 maggio, quando Di Paola era appena stato sostituito dall’attuale ministro Mario Mauro. Anche qui ci sono diverse sorprese. Un assegno da 67.950 euro è stato staccato a favore dell’Associazione nazionale combattenti e reduci. Poi ci sono 57.800 euro per la Federazione italiana volontari della libertà, 10.800 per l’Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini e 10.750 euro per l’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna. La curiosità è che queste quattro organizzazioni, qualche tempo fa, finirono in una lista di 232 enti grosso modo “inutili” ai quali la manovra 2010, predisposta dell’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti, tentò di sottrarre finanziamenti pubblici. E qui, visto anche il precedente, ricorre la stessa domanda: ha ancora senso dare soldi ai reduci garibaldini e agli antifascisti di Spagna? Perché è vero che parliamo di finanziamenti previsti dalla legge, per i quali si attinge dal bilancio dei dicasteri. Ma è altrettanto vero che i ministeri possono deciderne l’entità. O addirittura la cancellazione.