Armi all’Arabia, Londra vieta la vendita. Roma tace. Storica sentenza in Inghilterra. E pure in Usa il Senato blocca il business

Una sentenza storica, nel giorno in cui l’ong Armed Conflict Location & Event Data Project nella sua ultima stima parla di quasi 100mila morti dovuti alla guerra in Yemen dall’inizio dell’intervento nel 2015 della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Ieri in Inghilterra la Corte d’Appello ha di fatto vietato la vendita delle armi inglesi agli stessi sauditi. La ragione? La vendita sarebbe illegale. E questo perché le armi di fabbricazione britannica hanno svolto un ruolo centrale negli attacchi a guida saudita allo Yemen. Anche quando, dal 2015 a oggi, sono state bombardate scuole, ospedali, matrimoni e funerali, il governo britannico ha continuato a concedere la licenza per la vendita di miliardi di sterline di armi da utilizzare nel conflitto.

Ora, a seguito di una contestazione legale promossa dalla campagna “Campaign Against Arms Trade”, la Corte d’Appello ha stabilito che le vendite di armi del Regno Unito all’Arabia Saudita per essere utilizzate nello Yemen sono “unlawful”, contrarie alla legge. Sono stati così sospesi immediatamente tutti gli invii di carichi militari, come richiesto dalle organizzazioni della società civile inglese. La decisione è clamorosa e potrebbe creare un effetto-domino anche in Italia. La ragione è molto semplice: anche l’Italia continua a vendere armi e bombe all’Arabia, nonostante già a gennaio 2017 un rapporto dell’Onu denunciasse che bombe chiaramente fabbricate in Italia e vendute dal nostro Paese fossero state sganciate sullo Yemen, anche su “infrastrutture civili”.

Ed è proprio su questa delicata partita che l’imbarazzo del Governo, specie sul fronte pentastellato, è palpabile. Perché, al di là delle parole e soprattutto delle promesse fatte in piena campagna elettorale, nulla è cambiato. E, anzi, il commercio prosegue nell’indifferenza generale di chi è al Governo. Addirittura un durissimo colpo è stato inferto anche a Donald Trump dal Senato che, sempre ieri, ha approvato, con 53 voti a favore e 45 contro, la prima di 22 risoluzioni per cercare di bloccare la vendita di armi all’Arabia Saudita (e non solo) decisa dal governo statunitense. Gli esempi virtuosi di Regno Unito e Usa per ora non hanno portato a chiare posizioni da parte del Governo. Nonostante sia depositata al Senato una proposta di legge di Gianluca Ferrara (nella foto) che, con la creazione di un comitato interministeriale, permetterebbe di interrompere questo commercio di morte.