La bufala della stampa di regime. L’Ue dice che Di Maio e Salvini minacciano i giornali. Ma è vero il contrario, e il sistema se può li oscura

Un rapporto attribuito al Consiglio d’Europa afferma che in Italia la libertà di stampa è precipitata

Chiedo scusa ai lettori, ma oggi faccio fatica a scrivere questo fondo perché dovete sapere che non è facile usare la tastiera e contemporaneamente scompisciarsi dalle risate. Come molti di voi sapete, visto che ieri è stato strombazzato ai quattro venti manco fosse Vangelo, un rapporto attribuito al Consiglio d’Europa attesta che in Italia la libertà di stampa è precipitata da quando è in sella il Governo gialloverde. Se fosse davvero così sarebbe ovviamente un fatto grave, ma in realtà si tratta di una clamorosa fake news, aggravata dal fatto che a renderla credibile è un organismo specializzato nel controllo dell’informazione.

Fango contro due forze politiche esemplarmente indicate – M5S e Lega – sparso con un ventilatore sul quale però si vedono benissimo le impronte di chi si è inventato tutto, raccontando al mondo l’assurdità che Luigi Di Maio e Matteo Salvini ci hanno portati al livello di Paesi controllati da regimi. A redigere l’infallibile rapporto sono infatti 12 Ong, sigla che corre l’obbligo di ricordare vuol dire Organizzazioni non governative, anche se ormai è di uso comune visto il benservito che i suddetti Di Maio e Salvini hanno dato ad altre associazioni simili diventate taxi di migranti nel Mediterraneo. Fatico quindi a riprendermi dalle risate e motivo in pochi punti perché certe panzane vanno restituite al mittente, insieme alla pigrizia – se non la malafede – di chi le riprende pedissequamente.

Il Governo aveva promesso di togliere il finanziamento pubblico che inquina il mercato dei giornali, permettendo una concorrenza impari tra chi ha necessità di conquistare lettori dicendo il vero, e chi può raccontare quello che vuole, anche le favolette, facendo di fatto i fiancheggiatori della politica, perché tanto grazie alla politica i soldi per campare arrivano lo stesso, gentilmente offerti dalle tasse di noi tutti. Bene: questo finanziamento è stato tolto? Ancora no, e quando finalmente finirà una mangiatoia durata decenni sarà sempre troppo tardi.

Le Ong che hanno scritto il rapporto hanno però a cuore una questione che infatti sottolineano: quel cattivone di Salvini vuol togliere la scorta a Roberto Saviano, ormai lungamente villeggiante all’estero, mentre non si fa un cenno ai tanti giornalisti minacciati dai mafiosi che li aspettano sotto casa. Cinque Stelle e Lega – potrà dire qualcuno – hanno però occupato la Rai indicando presidente, amministratore e direttori di tutte le reti e i Tg, allo scopo di far luccicare chi di dovere e oscurare le opposizioni. Un fatto che solo le Ong con base a Bruxelles possono sostenere, visto che i partiti d’opposizione e i loro giornali amici sono sistematicamente strabordanti in ogni trasmissione mentre un giornale a caso come La Notizia – giusto per fare un esempio – non è invitato in nessuna trasmissione Rai, con la sola eccezione della tribuna di Rai Parlamento.

Questo giornale, che si sforza di raccontare le posizioni del Governo e dei 5 Stelle con un’obiettività riconosciuta pubblicamente anche da Di Maio, con l’arrivo di Foa, Salini, Carboni, Sangiuliano, Paterniti e tutti gli altri è vergognosamente oscurato. Un destino cominciato quando ci siamo schierati per il No al referendum costituzionale di Renzi. Fino a quella data, da Uno Mattina a Linea notte, da Storie italiane agli approfondimenti del Tg2 e tanti altri spazi ancora, eravamo regolarmente ospitati. Poi il vuoto, che continua nonostante questo giornale sia un miracolo nel panorama editoriale italiano, arrivato senza finanziamento dello Stato al settimo anno di pubblicazioni e di certo molto letto anche in Rai, dove però il presidente di garanzia ha sicuramente ben altro da garantire.

Per questo il rapporto di ieri sulla libertà di stampa minacciata da M5S e Lega non fa ridere, ma di più, mentre non si citano i due veri drammi dell’editoria nazionale: l’infinito precariato da cui escono giornalisti costretti ad attaccare l’asino dove vuole il padrone, e le cause in tribunale – spesso temerarie – con le quali si è ammazzato il giornalismo d’inchiesta.

Problemi con i quali un giornale come il nostro, senza padroni e padrini, si batte nella totale indifferenza di una nuova Rai così simile a quella di prima, comunque più magnanima di Mediaset, dove i direttori Crippa, Mimun e tutti gli altri da tre anni – tre – oscurano La Notizia, persino nella rassegna stampa dove invece dilagano i giornali fighetta. Una scelta legittima, sia chiaro. Mediaset è di Berlusconi e quindi può fare a meno di una voce che invece è per fortuna piuttosto presente su La7 e SkyTg24, oltre che sui social e sulla rete web, dove al verità sull’informazione in Italia è chiara a moltissimi, così come è chiaro che la colpa di questa vergogna ha tanti padri ma non certo Di Maio e Salvini come ce la raccontano da Bruxelles.