Con l’emergenza mafie e amministratori collusi riscuoteranno più consensi. L’allarme di Gratteri: “Il Governo parli con le banche. Devono rischiare un po’ di più”

“Le mafie sono presenti dove c’è da gestire denaro e potere, quindi molte operazioni le élite delle mafie non le fanno solo per arricchirsi ma anche per avere consenso. Pensiamo ai lavoratori in nero e in che situazione si trova adesso questa gente che viveva a 30 euro al giorno. Il capomafia quando andrà a prendere pacchetti di voti avrà vita facile perché riesce a dare risposte immediate”. E’ quanto ha detto a Circo Massimo su Radio Capital il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri.

“L’altro tema – ha aggiunto Gratteri – è l’usura. Immaginiamo imprenditori che hanno ristrutturato il locale indebitandosi. Adesso le banche non daranno loro soldi. Chi li darà? L’usuraio ‘ndranghetista vuole meno garanzie, perché sa che la garanzia è la vita del commerciante. Inizialmente gli interessi sono più bassi, sotto la soglia delle banche per incentivare il commerciante. Poi inizierà una lenta agonia. L’obiettivo dell’usuraio mafioso non è guadagnare, ma rilevare l’attività commerciale. Faremmo molti passi indietro nella conquista del territorio da parte dello Stato se le mafie dovessero riuscire a comprare ancora altra imprenditoria”.

“Oggi – ha detto ancora il procuratore di Catanzaro – purtroppo siamo abituati a valutare in modo diverso la povertà. C’è disagio, perché c’è gente che da anni vive con un introito di nero con trenta o non più di cinquanta euro al giorno. Oggi questa gente non ha questi trenta euro. Anche noi stiamo aiutando le banche alimentari per mandare i beni a queste persone. E’ un problema vero che tocco anch’io con mano. In questo momento penso alla piccola e media impresa, perché il fenomeno dell’usura non è un problema solo meridionale”.

“E’ necessario – ha detto ancora Gratteri – che il governo parli direttamente con le banche. Devono rischiare un po’ di più. C’e’ bisogno di soldi veri in mano ai piccoli e medi imprenditori altrimenti non ne usciamo. A questi elenchi degli imprenditori, dei commercianti e dei poveri in difficoltà sarebbe il caso che dessero uno sguardo la Guardia di Finanza, la Questura e i Carabinieri. E’ bene dare le risorse ai sindaci perché si risparmiano molti passaggi, ma se il sindaco è un mafioso o un faccendiere, farà figli e figliastri”.