Conte a Palermo nel ricordo di Falcone e Borsellino: “Il Governo è impegnato a combattere la mafia. Nel ’92 non colpì solo alcune persone ma lo Stato”

“La lotta alla mafia è una battaglia di libertà contro chi vuole confondere la verità con la menzogna, contro la politica deviata, contro l’opacità. La lotta alla mafia è una battaglia per le persone. La lotta alla mafia è una battaglia anche contro la paura”. E’ quanto ha detto il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’aula bunker di Palermo per le celebrazioni dell’anniversario della Strage di Capaci.

“Il mio Governo – ha aggiunto il presidente del Consiglio – è impegnato a combattere la mafia in primo luogo sostenendo le forze dell’ordine, organi requirenti e giudicanti nel loro impegno quotidiano. Ma occorre anche creare le condizioni affinché non ci sia più bisogno della mafia: laddove manca il lavoro, ci sia una rete adeguata che aiuti in questa ricerca e ci sia comunque un reddito per chi l’ha perduto e non ha altre fonti di sostentamento; ci sia una casa per chi l’ha persa; sia sempre garantito il diritto all’istruzione, non manchi mai l’assistenza sanitaria per tutti, anche nei luoghi in cui la politica e l’amministrazione hanno deciso di barattarla con il profitto personale”.

“Nel 1992, come purtroppo anche in altre occasioni, la mafia non ha colpito solo alcune persone ma lo Stato nella sua interezza e nella sua integrità, uccidendo chi stava dedicando la sua vita per combatterla. Falcone e Borsellino hanno avuto un’alta concezione dello Stato, un rispetto profondo delle istituzioni. Le istituzioni possono anche essere criticate, ma non mettiamo in discussione le istituzioni, la loro ragione fondativa e la loro vocazione funzionale”.

“Siamo qui in un clima di festa – ha aggiunto Conte parlando agli studenti che lo attendevano nel Giardino della Memoria -, che potrebbe essere una contraddizione. Oggi è l’anniversario di una tragedia, ricordiamo questa giornata, anche con la mia presenza, come un giorno di dolore. Però è anche una festa. Questa è la nostra forza. Questa commemorazione è diventata la festa della legalità e questo è un colpo dal punto di vista culturale. La mafia non ama le leggi, ama le proprie leggi, quelle del sopruso. Le leggi devono rispettare dei criteri ed è quello che rispettiamo. Il contrasto delle opacità, delle attività economiche, delle attività collegate alla politica. Buona festa”.