Dopo Usa, Canada e Gran Bretagna anche la Nato sostiene che ad abbattere il Boeing ucraino è stato un missile iraniano. Ma Teheran nega: “Non è stato colpito”

Dopo Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, anche iI capo della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che ad abbattere il Boeing della Ukraine International Airlines, precipitato martedì notte a Teheran subito dopo il decollo, mentre era in corso l’attacco alle basi Usa in Iraq, potrebbe essere stato un missile iraniano. “Non entrerò nei dettagli della nostra intelligence – ha detto Stoltenberg – ma ciò che posso dire è che non abbiamo motivo di non credere ai rapporti che abbiamo visto da diverse capitali alleate della Nato. E’ importante – ha aggiunto il capo della Nato – che siamo in grado di stabilire come sono andati i fatti: per questo serve un’indagine approfondita e trasparente. Chiedo all’Iran di collaborare”.

“Quello che posso dirvi è che l’aereo non è stato colpito da un missile” ha detto, invece, il capo dell’Ente iraniano per l’Aviazione civile, Ali Abedzadeh. “Non hanno alcun valore – ha aggiunto – i commenti su quello che è accaduto prima di ascoltare e analizzare i dati delle scatole nere”. Critica anche la Russia. Sergej Ryabkov, uno dei vice ministri degli Esteri di Mosca, ha detto che non ci sono prove che ad abbattere il Boeing ucraino sia stata un missile lanciato dall’Iran.

Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, e il premier britannico, Boris Johson, e prima ancora fonti dell’intelligence americana, sostengono, invece, che ad abbattere il Boeing e a causare la morte delle 176 persone che si trovavano a bordo sia stato un missile anti-aereo iraniano che lo ha colpito “per errore”.