Eurostallo sulle nomine. E il Parlamento europeo rinvia l’elezione del presidente di un giorno: 24 ore in più ai leader per trovare un accordo

La situazione di stallo sulle nomine europee non tende a risolversi e le nubi che avvolgono i potenziali nomi del prossimo presidente della Commissione, il prossimo presidente dell’Europarlamento, il prossimo presidente della Bce e del prossimo presidente del Consiglio Ue restano assolutamente ignoti.

È per questa ragione che il Parlamento europeo ha rinviato di un giorno la data di elezione del suo nuovo presidente: secondo l’agenda ufficiale della prossima plenaria che si apre martedì prossimo a Strasburgo, il voto per la presidenza è fissata infatti a mercoledì 3 luglio, mentre il giorno prima sarà dedicato alle riunioni dei gruppi parlamentari. Il rinvio di un giorno darebbe qualche ora in più di tempo ai capi di Stato e di Ggoverno per trovare la quadra sulle nomine in ballo. Dagli equilibri nel pacchetto nomine potrebbe dipendere anche la scelta del presidente del Parlamento europeo. I capi di Stato e di Governo si ritroveranno domenica sera per un Vertice straordinario, che potrebbe proseguire anche lunedì mattina.

Una conferenza dei capigruppo del Parlamento europeo è stata calendarizzata per domenica 30 giugno, lo stesso giorno del summit straordinario a Bruxelles. Alla riunione con i presidenti dei gruppi parteciperà anche il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, sulle nomine. Mercoledì 3 luglio il Parlamento europeo dovrebbe votare anche i vice-presidenti, mentre il 4 luglio sono previste l’elezione dei questori e un dibattito sui risultati del Consiglio europeo. Nel frattempo, i nomi che circolano restano sempre gli stessi, con i partiti europei che restano sulle loro posizioni. Il nome di compromesso potrebbe essere quello di Michel Barnier, ma pare ci sia una forte opposizione soprattutto dei Popolari che non vuole rinunciare al fatto che il Ppe è comunque il primo partito in Europa. E, dunque, chiede quantomeno un ruolo di spessore per il leader Manfred Weber.