Fine corsa per Autostrade. I 5 Stelle ora vogliono revocare la concessione. Di Maio fa sul serio: “Per anni i gestori si sono solo arricchiti”

Se qualcuno credeva che fosse una boutade, presto dovrà ricredersi. Già perché ora la questione della revoca della concessione ad Autostrade Spa, la società della famiglia Benetton, è arrivata a palazzo Chigi a firma del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. E ora può succedere davvero di tutto. Del resto il Movimento lo aveva detto che non sarebbero stati fatti sconti e ieri lo ha ribadito ancora una volta il leader pentastellato: “Chi ha sbagliato deve pagare. E, ve lo assicuro, pagherà! Il mio abbraccio alle famiglie delle vittime del Ponte Morandi. Lo Stato è con voi!”. E dire che l’annuncio è arrivato in un giorno simbolico, quello in cui è stata ufficialmente inaugurata la costruzione del nuovo Ponte a Genova. “I Governi passati se ne sono sempre fregati della sicurezza perché in molti casi il loro obiettivo era quello di fare favori agli amici, non di garantire un buon servizio ai cittadini che pagano le tasse” ha tuonato Di Maio su Facebook.

RIVOLUZIONE AL CASELLO. Ma c’è di più perché secondo il leader grillino: “Per anni i concessionari delle autostrade hanno infatti solamente arricchito il proprio portafoglio, aumentando i pedaggi al casello, spesso senza garantire un’adeguata manutenzione”. Ora però, conclude Di Maio, le cose stanno per cambiare perché “grazie all’impegno del ministro Toninelli, stiamo per attuare un’autentica rivoluzione che ci consentirà da gennaio del prossimo anno di avere persino tariffe ridotte e recuperi di efficienza anche oltre il 20 per cento”. Un risparmio che, a suo dire, sarà garantito dalle tariffe al casello che saranno legate ai reali investimenti sostenuti dai concessionari.

RESA DEI CONTI. Ma se la battaglia contro Autostrade è un punto vitale del Movimento, non si può dire altrettanto per la Lega. Anzi lo stop alla concessione avrebbe messo in allerta il Carroccio preoccupato che tutto ciò possa tradursi nella decisione del gruppo Atlantia, di cui Autostrade fa parte, di restare fuori dal tentativo di salvataggio di Alitalia. Una decisione che, in realtà, la holding dei Benetton aveva già comunicato tempo fa, pur restando vigile così da poter intervenire se le condizioni fossero diventate favorevoli. Un ripensamento su cui puntava la Lega e che ora sembra alquanto improbabile.