Francia, un ministro di poca Cultura

dalla Redazione

Una dichiarazione che fa rumore quella della ministra della Cultura francese Fleur Pellerin: “Ammetto senza alcun problema che non ho tempo di leggere da due anni. Leggo molte note di lavoro, lanci d’agenzia e testi di legge. Ma non leggo molto altro”. Pellerin ha confessato di non conoscere il lavoro di Patrick Modiano, lo scrittore francese che ha appena vinto il Nobel di Letteratura, ritenuto da alcuni “il Proust dei nostri tempi” e con il quale ha pure pranzato di recente.

Dopo la rivelazione sono nate ovviamente delle polemiche nel Paese, che dall’epoca di André Malraux ha fatto dell’eccezione culturale il suo cavallo di battaglia. Quarantunenne, di origini sudcoreane, adottata quando era giovanissima da una famiglia francese, la ministra, diplomata all’Ena (la scuola delle elite che forma gran parte della classe politica), era entrata nel governo dapprima come responsabile dell’economia digitale. Poi come sottosegretario al Commercio estero, e infine, durante l’ultimo rimpasto, era passata alla Cultura prendendo il posto di Aurelie Filippetti. Nel corso di un’intervista a Canal+, la presentatrice le ha chiesto quale fosse il suo romanzo preferito di Modiano, autore tra l’altro di La Place de l’Etoile , Rue des boutiques obscures (Premio Goncourt) e Dora Bruder , la ministra non ha saputo rispondere. Non conosceva nemmeno il titolo dell’ultimo romanzo: “Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier”. Tuttavia, lo scorso 9 ottobre la ministra in una nota aveva salutato l’assegnazione del Nobel come “un giorno felice per la letteratura francese”. “Mancava solo quest’ultima consacrazione a Patrick Modiano – aveva detto – che rappresenta agli occhi del mondo la vitalità e la buona salute della nostra letteratura”.